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Lagarde lascia invariati i tassi, non accenna a ribassi, ma, ovviamente, nessuno le crede

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La Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse, esattamente come avevamo previsto, ma ha fornito poche indicazioni su quando potrebbe iniziare a tagliare i costi di finanziamento, nonostante abbia dichiarato che prevede di raggiungere il suo obiettivo di inflazione entro il 2025.

Nel frattempo, come vi abbiamo già indicato, gli investitori non hanno ascoltato più di tanto le parole della Lagarde e anche della BoE, e hanno puntato seccamente su un ribasso dei tassi, acquistando titoli di stato dell’area Euro e Gilt e facendone calare i rendimenti.

Dopo che la BCE ha mantenuto il suo tasso di deposito di riferimento al livello più alto di sempre, il 4%, per la seconda riunione consecutiva, i responsabili politici hanno ribadito la loro determinazione a mantenere i costi di finanziamento a “livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”.

I responsabili dei tassi dell’Eurozona hanno riconosciuto che l’inflazione si è “ulteriormente attenuata” negli ultimi mesi, ma hanno affermato che è probabile una ripresa nel breve termine. Hanno previsto che la crescita dei prezzi al consumo rallenterà fino a raggiungere il loro obiettivo del 2% entro i prossimi due anni, eliminando un ostacolo fondamentale per prendere in considerazione un taglio dei tassi. Bisogna dire che, comunque i tassi di interesse delle tre banche centrali si sono mossi in concerto, nonostante le condizioni di crescita economica e di inflazione core siano stati diversi (da FT)

Il fatto è che la Fed ha già fatto intuire tre tagli dei tassi di interesse, eppure la crescita degli USA appare molto più forte rispetto a quella della UE e del Regno Unito. Quindi tutti hanno considerato le parole della Lagarde solo come chiacchiere e distintivo, termini utilizzati per blandire i duri delle banche centrali tedesca, austriaca e olandese che vogliono una politica monetaria restrittiva.

Comunque è apparso curioso che la Fed, che conta su una crescita del PIL robusta, del 5,2%, non abbia problemi a far trapelare un calo dei tassi. Al contrario la BCE faccia il muso duro a fronte di un’inflazione core minore e di un PIL che è in calo dello 0,1% su base annua. Ovviamente molti investitori si saranno messi a ridere, sentendo le parole della Lagarde.

 


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