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Analisi e studi

Indici previsionali: l’Euro Zona e la Germania mostrano tutta la propria profonda crisi

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Banconote Euro (© Depositphotos)

Gli indici previsionali economici dell’Euro Zona e della Germania pubblicati venerdì mostrano una situazione critica, negativa, per l’economia europea e mostrano come il futuro prossimo sia fra il grigio e il nero.

L’HCOB Eurozone Composite PMI è sceso a 47,0 nel mese di dicembre 2023, in calo rispetto al 47,6 di novembre e al di sotto del consenso di mercato di 48,0, secondo una stima preliminare.

Quest’ultima lettura ha segnato la settima riduzione mensile consecutiva dell’attività imprenditoriale in tutto il blocco, con la produzione manifatturiera che è scesa per il nono mese consecutivo e l’attività dei servizi che si è contratta al terzo ritmo più elevato dalle chiusure di inizio 2021.

L’afflusso di nuovi ordini è diminuito per il settimo mese consecutivo e anche gli arretrati di lavoro hanno registrato un forte calo, scendendo per la diciassettesima volta negli ultimi 18 mesi. Gli ordini quindi sono pochi, e non ci sono più lavori arretrati da terminare. L’occupazione è diminuita per il secondo mese consecutivo, poiché le aziende hanno modificato la capacità produttiva in risposta all’indebolimento della domanda.

Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dei costi dei fattori produttivi è diminuita, mentre i prezzi di vendita sono aumentati al ritmo più rapido da maggio. In prospettiva, la fiducia delle imprese ha raggiunto il livello più alto da agosto, perché c’è maggiore possibilità di fare utili, grazia al calo dei prezzi energetici. Qui il grafico con un orizzonte a cinque anni:

Per capire chi è il responsabile principale di questo disastro vediamo lo stesso indicatore di attività del settore economico privato relativo alla Germania.

L’HCOB Germany Composite PMI è sceso a 46,7 nel mese di dicembre 2023, in calo rispetto al 47,8 del mese precedente e al di sotto delle aspettative del mercato di 48,2, secondo una stima preliminare. Quindi l’economia privata tedesca sta andando molto peggio di quanto fosse possibile prevedere.

Questa lettura indica il sesto mese consecutivo di contrazione del settore privato del Paese, caratterizzato da un calo più rapido sia della produzione manifatturiera che dell’attività dei servizi rispetto a novembre. Quindi non solo c’è la crisi, ma sta perfino peggiorando.

Il totale dei nuovi ordini ha continuato a diminuire a causa della riluttanza dei clienti, dell’incertezza geopolitica e degli alti tassi di interesse. I livelli occupazionali hanno registrato il calo più significativo dall’agosto 2020, e questo lascia intendere una situazione occupazionale non positiva nel prossimo futuro. Intanto gli arretrati di lavoro hanno registrato la diminuzione più contenuta degli ultimi sei mesi.

Inoltre, le pressioni inflazionistiche sono aumentate, in quanto le imprese hanno segnalato il più forte aumento dei prezzi alla produzione in sette mesi, attribuito a un notevole incremento dei costi medi. Infine, sebbene la fiducia delle imprese abbia registrato il terzo miglioramento mensile consecutivo, è rimasta ai minimi storici. Insomma un disastro poco moderato. Ecco il grafico

Quindi il momento è negativo. Sarebbero necessaria politiche fiscali e monetarie espansive. però le politiche fiscali sono congelate dai problemi di bilancio tedeschi da un lato e dal caos burocratico legato alle politiche sul CO2, che rendono gli investimenti complessi e contorti. La politica monetaria, di per se insufficiente, è bloccata dalle incertezze, come ha rivelato l’ultimo discorso della Lagarde. Quindi la situazione economica non può migliorare nel breve.

 

 


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