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La BCE cerca la recessione, non è una novità. Del resto i cittadini non contano nulla

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La BCE ha aumentato i tassi d’interesse, complimenti. Non è abbastanza, la Lagarde ha anche annunciato chiaramente che continuerà la stretta monetaria a qualsiasi costo.

“Chiunque pensi che questa sia una svolta per la BCE si sbaglia”, ha dichiarato il presidente della BCE in una conferenza stampa. “Dovremmo aspettarci di aumentare i tassi di interesse a un ritmo di 50 punti base per un certo periodo di tempo”. “Abbiamo più terreno da percorrere, abbiamo più strada da fare e siamo in una partita lunga”, ha detto aggiungendo che “sosterremo un percorso, non sarà sufficiente colpire e ritirarsi, sosterremo il percorso perché vogliamo che quei livelli di inflazione rimangano a quei livelli restrittivi abbastanza a lungo in modo da poter essere fiduciosi che l’inflazione ritorni all’obiettivo”. Nel successivo grafico potete vedere con chiarezza come la BCE stia aumentando i tassi in modo precipitoso:

Quindi la recessione che arriverà, ormai ben tangibile da diversi indicatori, sarà anche responsabilità della Banca centrale. Del resto la Lagarde lo aveva detto chiaramente che “Una moderata recessione” non avrebbe frenato la politica monetaria restrittiva della BCE. Del resto la banca centrale nasce con un mandato sbagliato, basato solo sull’inflazione e non sulla crescita, chi può fargliene una colpa? La Lagarde sta agendo in modo volontario, anzi già un mese fa, come abbiamo fatto notare in questo articolo, aveva fatto le stesse affermazioni in modo chiaro.

Quindi questo non è un errore, ma una politica voluta che porta verso la recessione prima, e la depressione poi. Un disegno perseguito non da economisti, ma da politici, perché il board della BCE è quasi completamente composto da politici, come la Lagarde, a parte qualche lodevole eccezione, e pensano di raggiungere obiettivi politici, o di controllo politico.

Ora però stanno tirando troppo la corda: gli aumenti dei tassi stanno portando a tensioni nei bilanci nazionali, come mostra il grafico dello spread

Non c’è nessuna politica di bilancio, neppure la più insensata e politicamente intollerabile, che possa far fronte a un simile aumento dei tassi di interessi. Queste decisioni mettono a rischio l’unità dell’Euro: alla fine, per salvare la moneta unica, la BCE sarà costretta a comprare i titoli dei paesi più deboli, come Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, salvo che la finalità della banca centrale non sia quella di creare una nuova crisi del debito, con ottime possibilità di portare alla rottura della moneta unica.

Le dichiarazioni della Lagarde, fatte senza nessuna considerazione delle cause alla base dell’attuale spinta inflazionistica, di origine esterna, sono la base per una vera e propria rivoluzione sociale nella UE e pongono le basi per la fine della moneta unica, non per il suo rafforzamento: sarà facile ora convogliare tutta l’ostilità per la crisi economica verso istituzioni europee viste come ostili, incapaci e corrotte. La BCE getta benzina su un fuoco già acceso e non ha idea di quali conseguenze possano avere le sue azioni nel medio periodo.

 

 


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