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Analisi e studi

Italia: inflazione a livelli minimi. C’è poco di cui stare contenti

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L’economia va talmente bene in Italia che l’inflazione crolla, al contrario di quanto accade in Francia e Germania.

Il tasso di inflazione annuale in Italia è sceso allo 0,6% nel mese di dicembre 2023 dallo 0,7% di novembre, leggermente al di sotto delle aspettative dello 0,7% e indicando l’impatto della prolungata politica monetaria restrittiva della BCE. La nostra economia sta rallentando fortemente e l’inflazione, ne fa da termomento. 

Di conseguenza, l’inflazione corre, al netto di energia e prodotti freschi,  è rallentata al 3,1% dal 3,6% del mese precedente. La deflazione energetica rispetto all’anno precedente è continuata sia per il tipo non regolamentato (-21,1% vs -22,5%) che per quello regolamentato (-41,7% vs -34,9%). Inoltre, il costo è rallentato per gli alimenti trasformati (5% vs 5,8%) e per i servizi ricreativi e culturali (3,6% vs 4,6%). D’altro canto, è aumentato per gli alimenti non lavorati (7% vs 5,6%). Nel corso del mese, i prezzi al consumo italiani sono aumentati dello 0,2%, dopo il calo dello 0,5% registrato a novembre.

Ecco il relativo grafico:

Vediamo l’inflazione su un orizzonte più lungo

Due rapide osservazioni:

  • prima di tutto l’Italia ha tre punti d’inflazione in meno rispetto a Germania e Francia, che hanno avuto un’inflazione al 3,7% a dicembre. Perfino la core è più bassa, per cui anche la nostra dinamica salariale è più bassa, cioè gli stimenti non si muovono;
  • siamo ad un livello di inflazione molto inferiore a quello registrato nel 2018-19, ante covid. Quindi l’effetto degli stimoli monetari e fiscali è ampiamento risolto.

A questo punto il segnale dell’inflazione, unito a quello degli indicatori PMI, indica che l’Italia sta andando contro tempi economici molto duri. Eppure nessuno sembra interessarsene.


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