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Breve introduzione al mondo del petrolio

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Il petrolio è una miscela liquida di vari idrocarburi, in prevalenza alcani, che si trova in giacimenti negli strati superiori della crosta terrestre, ed è una fonte primaria energetica della modernità. Il petrolio ha una composizione assai variabile a seconda della provenienza, ma la composizione elementare media è abbastanza costante per tutti i petroli, e si aggira sull’85% C, 11% H ed il restante principalmente S, O, N. Il petrolio contiene anche piccole quantità di composti ossigenati, solforati e azotati, oltre a tracce di acqua e sali minerali. Il petrolio viene distillato per la produzione di carburanti, lubrificanti, combustibili, solventi e molti altri prodotti chimici.

Quale petrolio?

I tipi di petrolio si differenziano principalmente per la densità, misurata dalla gravità API, e per il contenuto di zolfo, che determina se il petrolio è dolce o acido.

I principali tipi di petrolio che sono scambiati sui mercati finanziari sono:

  • il **Brent Crude**,
  • il **West Texas Intermediate (WTI)**  i
  • l **Dubai/Oman**.

Questi sono i cosiddetti benchmark, cioè i riferimenti in base ai quali viene quotato il prezzo del petrolio. Il Brent Crude è il tipo di petrolio più pregiato in circolazione, in quanto ha una gravità API di circa 38 e un contenuto di zolfo dello 0,37%. Viene estratto nel Mare del Nord e rappresenta circa il 60% del commercio mondiale di petrolio., però recentemente nel suo indice è stata introdotta una certa percentuale di WTI, perchè questo petrolio pesa molto di più sui mercati europei.

Il WTI è il secondo tipo di petrolio più pregiato, con una gravità API di circa 40 e un contenuto di zolfo dello 0,24%. Viene estratto nel Sud degli Stati Uniti e rappresenta circa il 25% del commercio mondiale di petrolio.

Il Dubai/Oman è un tipo di petrolio medio-pesante e acido, con una gravità API di circa 31 e un contenuto di zolfo dell’1,5%. Viene estratto nei paesi del Golfo Persico e rappresenta circa il 15% del commercio mondiale di petrolio.

Oltre ai benchmark, esistono altri tipi di petrolio che hanno caratteristiche specifiche e sono prodotti in diverse aree geografiche. Ad esempio, l’**URAL** è un tipo di petrolio pesante e acido, con una gravità API di circa 32 e un contenuto di zolfo dell’1,8%. Viene estratto in Russia e rappresenta circa il 10% della produzione mondiale di petrolio. Un altro esempio è il **Bonny Light**, un tipo di petrolio leggero e dolce, con una gravità API di circa 36 e un contenuto di zolfo dello 0,15%. Viene estratto in Nigeria e rappresenta circa il 5% della produzione mondiale di petrolio.

“Leggero e dolce” o “Pesante e acido”?

L’acidità e il peso del petrolio sono due fattori che influenzano notevolmente l’attività di raffinazione, ovvero il processo che trasforma il greggio in prodotti finiti come la benzina, il gasolio, il kerosene e altri. In questo post, cercheremo di spiegare come questi due parametri incidono sulle operazioni e sui costi di raffinazione.

L’acidità del petrolio è data dalla presenza di composti organici contenenti zolfo, azoto e ossigeno, che possono reagire con l’acqua e formare acidi corrosivi. Questi acidi possono danneggiare le apparecchiature e le tubazioni delle raffinerie, causando perdite, malfunzionamenti e incidenti. Per questo motivo, i petroli acidi richiedono un trattamento preliminare per rimuovere o neutralizzare le sostanze acide, prima di essere inviati alle unità di raffinazione. Questo trattamento comporta un costo aggiuntivo e una riduzione della resa dei prodotti finiti.

Il peso del petrolio è invece legato alla densità e alla viscosità del greggio, che determinano la quantità e la qualità dei prodotti ottenuti dalla raffinazione. In generale, i petroli leggeri hanno una densità inferiore a quella dell’acqua e una viscosità bassa, che facilita il loro trasporto e la loro lavorazione. I petroli leggeri contengono anche una maggiore percentuale di idrocarburi a basso peso molecolare, che sono più richiesti dal mercato perché hanno un maggior potere calorifico e minori emissioni inquinanti.

I petroli pesanti, al contrario, hanno una densità superiore a quella dell’acqua e una viscosità elevata, che rende difficile il loro flusso e la loro separazione. I petroli pesanti contengono anche una minore percentuale di idrocarburi a basso peso molecolare, ma una maggiore presenza di residui carboniosi, metalli e zolfo, che degradano la qualità dei prodotti finiti. Per questo motivo, i petroli pesanti richiedono un trattamento più complesso e costoso per aumentare la resa dei prodotti leggeri e ridurre le impurità.

In conclusione, possiamo dire che l’acidità e il peso del petrolio impattano sull’attività di raffinazione in termini di efficienza, sicurezza, qualità e redditività. I petroli acidi e pesanti sono più difficili e costosi da raffinare rispetto ai petroli dolci e leggeri, e danno origine a prodotti finiti meno pregiati e più inquinanti. Per questo motivo, i petroli acidi e pesanti hanno un prezzo inferiore sui mercati internazionali rispetto ai petroli dolci e leggeri.

Le raffinerie tendono a specializzarsi nella raffinazione di specifiche miscele di greggi che cercano di mantenere costanti nel tempo. Ci sono perfino raffinerie specializzate nel trattamento di questi petroli problematici che ne necessitano per poter funzionare in modo efficiente. Nel mondo del petrolio non si butta via niente!!

 

: https://it.wikipedia.org/wiki/Petrolio
: https://www.ablison.com/it/tipi-di-petrolio/
: https://www.trading.it/petrolio-varieta-qualita-e-differenze/
: https://it.insideover.com/economia/brent-e-wti-quali-sono-i-tipi-di-petrolio-piu-importanti.html


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