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Quale livello di prezzo verrà ritenuto soddisfacente da Russia e Arabia Saudita?

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La Decisione dell’OPEC+ di tagliare la produzione di petrolio fino alla fine dell’anno, facendo salire i prezzi del petrolio e del gas e aumentando la pressione inflazionistica che minaccia la salute economica degli Stati Uniti e dei suoi alleati, sta causando dei problemi in Occidente, e non solo. Come abbiamo scritto oggi le aspettative inflazionistiche sono al rialzo e questo mette pressione sui fragili governi europei proprio in un anno elettorale, senza parlare delle difficoltà di Biden nell’anno delle elezioni presidenziali.

Necessità di prezzi più alti.  Arabia Saudita e Russia hanno però comunque bisogno di prezzi del petrolio alti, per lo meno più alti di quelli visti nella prima metà dell’anno. La Russia sta sostenendo uno sforzo bellico notevole e non può tagliare eccessivamente le spese sociali. Proprio il fatto del non mascherarsi come una democrazia perfetta fa si di aver bisogno di un sostegno della pubblica opinione maggiore rispetto a quanto accade in Occidente, dove la coperta dello “Stato di diritto” permette di nascondere politiche fortemente impopolari.

Nello stesso tempo l’impegno militare è notevole, si sta ricercando di riaprire fabbriche di armamenti chiuse da tempo (si parla di ricominciare a produrre il T80, e di aumentare la produzione di munizioni) e tutto questo richiede forti investimenti. Quindi la Russia ha bisogno di incrementare le entrare per gas e petrolio.

L’Arabia si trova in una situazione simile, con importanti investimenti promessi e da realizzare, a partire dalle mega città, allo sviluppo di un’economia distaccata dal petrolio, al rafforzamento della propria posizione militare, alla necessità di garantire un ritorno agli azionisti di Aramco. Tutte attività che richiedono denaro.

Pressioni contrarie. Ovviamente i clienti non sono contenti e cercheranno di reagire. Gli Stati Uniti hanno la possibilità di usare la legge NOPEC, che permetterebbe ai cittadini di fare cause ai paesi stranieri parte di trust, come l’OPEC e l’Arabia Saudita. Questo minaccerebbe  la quotazione di Aramco e metterebbe in difficoltà gli investimenti sauditi in Dollari. Però questa opzione sarebbe equivalente all’uso di un’arma nucleare e, come tale armi, sarebbe usata soprattutto a uso dissuasivo.

Verso la Russia la pressione sarebbe, brutalmente, militare, con l’invio dei missili aria ara AMRAAM, dei terra terra a medio raggio ATACMS e degli F 16, il tutto per bruciare sul campo gli extra utili russi, con contorno di vite umane.

La Cina potrebbe soffrire indirettamente per il calo della domanda delle sue esportazioni causato dai prezzi energetici più alti, ma abbiamo scritto ieri che per lei la Russia ha un occhio di riguardo. Inoltre Pechino sta investendo molto sul nucleare e si sta espandendo nell’Asia Centrale, potenziale fornitrice energetica

Il vaso di coccio. In questo gioco a quattro, Arabia, Russia, Cina e USA, c’è un vaso di coccio che verrà ridotto in briciole: l’Europa, soprattutto la Germania. Questa sarà la gradita vittima collaterale di questa guerra, il passante che casualmente si trovava sulla linea di tiro.

Previsioni sui prezzi. Il prezzo di equilibrio a breve termine (sino a 6-9 mesi) per il Brent sembra essere intorno a 80-85 dollari al barile, con un tetto di circa 95 dollari, lasciando i 100 come estremo limite, anche psicologico, oltre il quale si potrebbe innestare una qualche forma di risposta  da parte degli USA.

A lungo termine, i fattori  politici tornano a essere rilevanti:  se questa dovesse portare a un ritorno di Trump (o di un suo protetto diretto…) alla Casa Bianca, allora avremmo un’amministrazione che, da un lato, libererebbe le forze petrolifere e del gas produttive USA, dall’altro che cercherebbe di ricostruire i buoni rapporti internazionali se non con la Russia, sicuramente con l’Arabia Saudita.

Questo potrebbe portare ad un aumento dell’offerta e a un calo quindi dei prezzi anche significativo, fra i 45 dollari di minimo (limite per la produzione shale USA) e un massimo sui 75 dollari, profittevole un po’ per tutti.

 


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