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UBS-CS: concordato l’acquisto per 3 miliardi di Franchi, 100 miliardi di liquidità messi a disposizione dalla Banca centrale e 9 miliardi per le perdite

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Alla fine è stato raggiunto un accordo fra UBS, CS, governo svizzero a Banca centrale svizzera. Union des banques suisse acquisterà CS  per tre miliardi di Franchi, 1,5 Franchi svizzeri ad azione. Alla fine gli azionisti di Credit Suisse riceveranno 1 azione di UBS ogni 22,48 azioni di CS. Lo stato ci metterà 9 miliardi di Franchi a copertura di eventuali perdite derivanti dalla fusione e dai rischi legali che CS viene a portare in dote, mentre la Banca centrale metterà a disposizione linee di credito per 100 miliardi per sostenere UBS in caso di corsa agli sportelli.

Non ci sono solo buone notizie: l’intera tranche AT1 della banca – circa 16 miliardi di franchi svizzeri di obbligazioni Tier 1 aggiuntivo (AT1), un mercato da 275 miliardi di dollari – andrà in bail in e verrà azzerata: “La FINMA ha stabilito che il capitale aggiuntivo di classe 1 del Credit Suisse (derivante dall’emissione di titoli di capitale di classe 1) per un importo nominale aggregato di circa 16 miliardi di franchi svizzeri sarà azzerato“.

Questo azzeramento, pardon, bail-in è la più grande perdita finora subita dal mercato europeo dell’AT1 da 275 miliardi di dollari, superando di gran lunga la perdita di circa 1,35 miliardi di euro subita dagli obbligazionisti junior del prestatore spagnolo Banco Popular SA nel 2017, quando è stato assorbito dal Banco Santander SA per evitare un collasso. Quindi  vedremo dei contraccolpi forti sul mercato delle obbligazioni subordinate di classe più rischiosa.

PIMCO, Invesco e BlueBay Funds Management SA erano tra i numerosi gestori patrimoniali che detenevano titoli Credit Suisse AT1. Pimco e BlueBay hanno rifiutato di commentare quando sono state contattate da Bloomberg News venerdì, prima dell’annuncio dell’operazione. Una portavoce di Invesco ha dichiarato che “a causa delle politiche di divulgazione del portafoglio, non possiamo rivelare alcun movimento attuale nei portafogli, ma i nostri team di investimento continuano a monitorare gli sviluppi e a gestire prudentemente gli asset dei nostri clienti alla luce delle attuali condizioni di mercato”.

La crisi non è ancora finita, o meglio sarà esaurita per le banche svizzere, ma in Europa ci sono altri istituti che stanno già tremando.


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