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Svezia: per soddisfare il fabbisogno energetico ci vorranno altri 10 reattori nucleari

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La Svezia ha affermato che dovrà triplicare la capacità dell’energia nucleare nei prossimi due decenni per soddisfare l’aumento della domanda di elettricità, e questa affermazione è stata confermata durante una recente visita del direttore generale dell’AIEA, Grossi. 

Almeno 10 nuovi reattori convenzionali dovranno essere costruiti entro il 2045, ha detto mercoledì in una dichiarazione Romina Pourmokhtari, ministro nazionale per il clima e l’energia. La più grande nazione nordica ha oggi sei reattori in funzione.

In realtà la Svezia in passato aveva una forte produzione nucleare e gestiva 12 reattori. Attualmente questi si sono ridotti a sei, ma l’esperienza c’è, si tratta solo di riprendere un percorso che, in passato, si era già affrontato.

La Svezia è uno dei pochi paesi europei che ha la possibilità di raggiungere una soddisfazione completa della propria produzione elettrica solo da fonti prive di emissioni di carbonio e in tempi relativamente brevi, accompagnando l’incremento dalla produzione nucleare a quella dall’idroelettrico. Inolte la scarsa densità della popolazione aiuta  il raggiungimenti di questi obiettivi.

La Svezia ha bisogno di tutta la nuova capacità energetica possibile poiché la domanda è destinata a raddoppiare nei prossimi decenni a causa dell’elettrificazione delle industrie e dei trasporti, con la confinante Norvegia che ha un vero record nella mobilità elettrica privata. Le nuove centrali nucleari sono al centro della strategia del governo per espandere la produzione di energia.

Vattenfall AB e la finlandese Fortum Oyj stanno studiando la costruzione di piccoli reattori modulari che potrebbero entrare in funzione nella prima metà del prossimo decennio. A marzo era stato espresso l’interesse nei reattori nucleari modulari della Rolls Royce, in corso di sviluppo nel Regno Unito.

Il problema in questo caso lo pone invece la tedesca Uniper, che gestisce il maggior impianto nucleare svedese e che non ha nessuna intenzione di investire ulteriormente nel settore. Del resto sappiamo che Berlino ha rinunciato al nucleare e per una commodity tedesca non ci sono, almeno in questo momento, possibilità di creare sinergie internazionali.

Questo però non è un problema insormontabile, anzi potrebbe aprire la strada a nuove collaborazioni energetiche per la Svezia con società che già sono attive nel settore energetico. Il fatto che la Germania si sia nuclearmente castrata non dovrebbe interessare altri paesi.

 


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