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Anche la Svezia torna al nucleare

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Il governo svedese sta proponendo modifiche alla legislazione vigente per consentire la costruzione e il funzionamento di un maggior numero di reattori nucleari, nell’intento di rafforzare la propria sicurezza energetica, ha dichiarato mercoledì il primo ministro svedese Ulf Kristersson.

“Stiamo modificando la legislazione, rendendo possibile la costruzione di un maggior numero di reattori in un maggior numero di luoghi rispetto a quelli attuali”, ha dichiarato Kristersson. Qualsiasi modifica all’attuale legislazione, che limita il numero di reattori a dieci e non consente di costruire nuovi siti per ospitare reattori nucleari, deve essere approvata dal Parlamento svedese, ma la maggioranza è profondamente cambiata dopo le ultime elezioni, passando al centrodestra.

L’espansione della produzione di energia nucleare è stato uno degli obiettivi principali della campagna elettorale di Kristersson dello scorso anno, il quale ha dichiarato che l’obiettivo della Svezia di produrre energia elettrica “al 100% da fonti rinnovabili” cambierà in una produzione di energia “al 100% senza fossili”.

Attualmente la Svezia dispone di tre centrali nucleari, per un totale di sei reattori operativi, e l’energia nucleare fornisce circa un terzo dell’elettricità del Paese.

Un altro 43% dell’elettricità svedese proviene dall’energia idroelettrica, il 16% dall’energia eolica e circa il 9% della produzione di energia elettrica proviene da impianti di cogenerazione, alimentati principalmente da biocarburanti.

La Svezia è leader nell’UE nella produzione di energia rinnovabile. Nel 2021, circa il 60% dell’elettricità prodotta in Svezia proveniva da fonti rinnovabili.

Sebbene la Svezia sia stata molto meno colpita dalle turbolenze dei mercati energetici dopo l’invasione russa dell’Ucraina rispetto a molti altri Paesi dell’UE, molti alleati occidentali degli Stati Uniti e dell’UE hanno intensificato gli sforzi per garantire la sicurezza energetica e dipendere meno dalle materie prime energetiche.

Anche il Giappone sta riportando l’energia nucleare come fonte energetica chiave, cercando di proteggere la propria sicurezza energetica nella crisi che ha portato all’aumento dei prezzi dei combustibili fossili. Il governo giapponese ha confermato a dicembre una nuova politica per l’energia nucleare, che il Paese aveva in gran parte abbandonato dopo il disastro di Fukushima nel 2011.

Un gruppo di esperti del Ministero dell’Industria giapponese ha deciso che il Giappone consentirà lo sviluppo di nuovi reattori nucleari e permetterà ai reattori disponibili di operare dopo l’attuale limite di 60 anni.


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