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Euro o non Euro? La sua sopravvivenza dipende da come vengono gestite la moneta e la politica economica…

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Oltre due anni fa su Scenari Economici  venne pubblicato un articolo interessante ma, come spesso capita, passato inosservato, nel quale si valutava una analisi del Feri Group, società di gestione e consulenza finanziaria, che prevedeva un futuro molto fosco per l’Euro. Non si trattava del’analisi di un folle sovranista, ma di quella di una società che gestisce patrimoni di clienti per 33 miliardi di euro.

Il Feri Group prevedeva, alla fine del 2018, i seguenti scenari, in una prospettiva a 5-10 anni:

Vengono indicati cinque possibili risultati, di una crisi dell’euro:

a) un massiccio intervento della BCE con una misura monetaria espansiva e una progressiva svalutazione dell’euro, in cui la BCE immette grandi quantità di risorse finanziarie sul mercato portando alla svalutazione dell’euro e quindi permettendone nel breve tempo la sopravvivenza, ma, diciamo noi, senza riuscire a risolverne i problemi strutturali.

b) Una unione completa con trasferimenti fiscali, che però viene vista come soluzione molto complessa e per la quale i redattori temono vi siano dei comportamenti non lineari da parte di chi riceverebbe i trasferimenti;

c) Una unione flessibile, in cui ad alcuni paesi viene permesso di uscire per poi rientrare una volta risolti i propri problemi anche tramite una temporanea svalutazione. Questa soluzione viene vista come molto improbabile.

d) Euro Nord ed Euro Sud, in cui si identificherebbero due blocchi monetari separati, uno a centro Germania ed uno Mediterraneo, e che sarebbe una soluzione di Realpolitik. Però sarebbe anche la negazione dello spirito europeo, oltre che conservare grossi problemi di carattere economico per la rottura di contratti e la svalutazione di attivi, per cui è una soluzione che potrebbe si risultare, ma non da una rottura volontaria.

e) Disintegrazione totale del’area euro.

Le probabilità assegnate, allora, dagli analisti erano le seguenti per i vari scenari:

a) zero per cento;

b) 40 per cento;

c) 15 per cento;

d) 5 per cento;

e) 40 per cento;

Tra l’altro gli analisti sottolineavano come lo scenario a) non significasse, in nessun modo , un danno per i cittadini tedeschi che avessero investito adeguatamente (leggasi, non tenuti liquidi) i propri denari, ma che questo non avrebbe impedito alla Germania di opporsi fortemente a qualsiasi politica monetaria espansiva.

Questo era il 2018. Il 2020 e il  2021 hanno cambiato potentemente le cose. Se fino ad agosto 2019 poteva apparire possibile la fine della politica monetaria espansiva, un lieve rallentamento economico prima e l’epidemia Covid-19 dopo hanno cambiato completamente le prospettive. Il PEPP inietterà 1850 miliardi di euro, il 17% del PIL dell’area euro, e non è il solo programma espansivo messo in atto dalla BCE.

Il Feri Group pesava il salvataggio dell’euro con una manovra monetaria espansiva allo zero per cento. Siamo sicuri che adesso questa percentuale sia ancora lo zero, e, magari, non sia diventata del 25 % o del 30%, o anche di più. Soprattutto perché questa manovra espansiva non è stata frenata dal governo tedesco che, anzi, l’ha anche sollecitata in parte e ne ha approfittato a sua volta.

Questo per dire che, come attribuito ad Eraclito, πάντα ῥεῖ, tutto scorre, tutto cambia, e ciò che ieri era impossibile, la sopravvivenza dell’euro nel medio-lungo termine, oggi lo è un po’ meno, o almeno è posticipato al futuro. Chiaramente questa prospettiva esiste fino a quando sussiste un ammorbidimento delle politiche monetarie e fiscali in grado di appianare le differenze economiche e di sviluppo fra le varie parti dell’Unione: se questo addolcimento cessasse, si tornerebbe ancora alla prospettiva di un Euro exit più che volontario, obbligato. Keynes disse che: “quando cambiano i fatti, cambiano le mie opinioni“,ad indicare che bisogna essere razionali e riconoscere se l’ambiente intorno a noi è mutato. Keynes disse anche però che “Contro la stupidità anche gli dei sono impotenti. Ci vorrebbe il Signore. Ma dovrebbe scendere lui di persona, non mandare il Figlio; non è il momento dei bambini”. Ecco. anche questa frase è attuale…

 

 

 


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