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Produzione industriale italiana: va male, ma potrebbe andare anche peggio

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Oggi ISTAT ci ha fornito i dati sulla produzione industriale italiana misurata a livello di volumi. I risultati non sono buoni, ma un minimo, minuscolo, segnale di ottimismo c’è. Proprio piccolo

A maggio 2023 l’indice della produzione industriale destagionalizzato è aumentato dell’1,6% rispetto al mese precedente. La variazione della media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti è stata del -1,8%. 

L’indice della produzione industriale corretto per il calendario è diminuito del 3,7% rispetto a maggio 2022 (i giorni lavorativi di calendario di maggio 2023 sono gli stessi di maggio 2022). L’indice della produzione industriale non rettificato è diminuito del 3,6% rispetto a maggio 2022.

Cogliamo nel successivo grafico l’andamento generale

Il dato positivo è contenuto nel cambiamento di tendenza: il calo della produzione, ormai in atto da febbraio, almeno si è invertito. Qui finisce l’ottimismo però, perché comunque il calo della produzione industriale c’è. è sensisbile e ci lascia ben al di sotto del livello 2018. Tutti i governi degli ultimi cinque anni hanno parlato di crescita, nessuno l’ha tradotta in politica insutriale. 

Se passiamo a considerare i settori industriali vediamo

I settori più performanti sono i tradizionali del farmaceutico e meccanico, mentre quelli più colpiti sono o energivori, come la raffinazione e la chimica, o quelli legati alla tradizione come il tessile-pelle.

Come abbiamo detto poteva andare peggio, ma sicuramente non va bene. Si vedono ancora forti le conseguenze dello shock energetico, mentre l’industria è ancora ben lontana dall’essersi ripresa. In cambiamento di trend però da un minimo di speranza nei prossimi mesi, ma vedremo se questo trend si potrà consolidare. Non speriamoci troppo, per la congiuntura economica che si profila all’orizzonte. L’Indice PMI in peggioramento sulla manifattura non autorizza a troppo ottimismo.

 


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