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La Lagarde aumenta i di 50 pb i tassi di riferimento BCE. Aumentano anche i rischi per il sistema

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C’è qualcosa di particolare dei tecnocrati francesi, cioè che perseguono i propri obiettivi nonostante l’opposizione popolare e della logica. Come Macron ha deciso di ignorare l’assemblea parlamentare francese nella riforma delle pensioni, allo stesso modo Christine Lagarde ha annunciato l’aumento dei tassi di 50PB (0,5%, tantissimo) nonostante il momento di crisi del sistema creditizio europeo. Ecco il grafico

Bisogna tornare a Trichet per vedere tassi simili agli attuali, ma in quel caso la salita fu più lenta, ma comunque finì nel disastro della crisi del debito europeo. Ora si rischia invece la crisi del sistema creditizio europeo. Non è un caso che l’indicatore che segue i Credit Default Swap, le assicurazioni , del settore creditizio europeo, siano tornati ai massimi, indicando un forte livello di rischio

Quest’aumento della rischiosità è legato ad un insieme di ottimi motivi:

  • le banche commerciali europee sono ben farcite di titoli di stato che, con l’aumento dei tassi di interesse, vengono a svalutarsi. L’obbligo di valutazione a prezzi di mercato legato alle regole RWA viene a mettere in crisi l’attivo;
  • nello stesso tempo i prestiti commerciali a tasso variabile diventano più difficilmente tollerabili per la clientela commerciale, che avrà più difficoltà ad onorarli;
  • nel passivo la clientela finanziatrice diventa più sensibile alla remunerazione e quindi più mobile, mettendo in difficoltà le banche più deboli che non riusciranno a remunerare a sufficienza, o spingendo gli istituti a posizioni più speculative.

Perchè la Lagarde  ha fatto questa mossa rischiosa e controproducente? Il Consiglio direttivo ha deciso oggi “di aumentare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, in linea con la sua determinazione ad assicurare il tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2 per cento”. La BCE ha dichiarato che “l’elevato livello di incertezza rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati per le decisioni sui tassi di policy del Consiglio direttivo, che saranno determinate dalla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”.

Capite che la BCE, dopo aver sbagliato a giudicare l’inflazione “Temporanea” ora sbaglia continuando a perseguire un obiettivo inflazionistico irrealistico di frone all’andamento demografico europeo, alla crisi energetica e alle stese decisioni Green, creatrici di inflazione prese dal Parlamento nel settore immobiliare, per non parlare del cambio di paradigma energetico, da fornitura di gas a basso prezzo russo all’energia green o comunque da fonti più costose.

L’obiettivo inflazionistico del 2% è stato fissato in un momento in cui la globalizzazione dava una spinta fortemente deflattiva, per cui era semplice non superarlo. Volerlo imporre ora a suon di aumento dei tassi rischia di essere pericoloso, come lo è qualsiasi decisione di carattere puramente ideologico senza fondamento empirico. Eppure la Lagarde, e i tedeschi, se ne infischiano delle conseguenze che vedremo preso nel settore creditizio dei paesi più esposti verso il debito privato.

 


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