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La Bank of Japan non aumenta i tassi: ormai guarda oltre l’inflazione

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Tokio non è Francoforte, per fortuna dei giapponesi.  Nella riunione di giugno, la Bank of Japan ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento a breve termine a -0,1% e i rendimenti dei titoli decennali a circa lo 0%, con voto unanime. Il consiglio non ha inoltre apportato modifiche al tetto dello 0,5% di rendimento fissato per l’acquisto di obbligazioni.

Pur affermando che l’inflazione nel Paese si ridurrà nel corso dell’anno, i responsabili politici hanno aggiunto che continueranno pazientemente con l’allentamento monetario e risponderanno alle incertezze dell’economia e alle dinamiche dei prezzi e delle condizioni finanziarie. In questo modo, la banca centrale mira a raggiungere un obiettivo di stabilità dei prezzi del 2% in modo sostenibile, accompagnato da aumenti salariali. Ecco il grafico relativo ai tassi di interesse applicati dalla BoJ, praticamente un elettrocardiogramma piatto.

La mossa di venerdì è stata in netto contrasto con quella della BCE, che ha aumentato i costi di finanziamento a un massimo di 22 anni e ha annunciato ulteriori rialzi dei tassi. Negli Stati Uniti, la Fed ha segnalato di non aver ancora terminato la lotta all’inflazione. Per quanto riguarda l’economia nel suo complesso, il Consiglio di amministrazione ha ritenuto probabile una ripresa della produzione in Giappone verso la metà dell’anno fiscale 2023, sostenuta dalla domanda repressa.

“Nonostante le sorprese positive sul fronte della crescita e dell’inflazione, riteniamo che la BOJ manterrà lo status quo per un altro anno circa, per valutare se l’economia è sulla buona strada per raggiungere il 2% di inflazione entro il mandato quinquennale del governatore Ueda”, ha dichiarato Shigeto Nagai, responsabile di Japan Economics presso Oxford Economics.

In questa situazione lo Yen appare leggermente svalutarsi nel controllo del Dollaro, ma niente di drammatico o di grave, rimanendo lontani dai minimi dello scorso autunno.

La situazione è semplice: il governatore della Bank of Japan, Ueda, ha un suo mandato di preservare la stabilità economica e la crescita, per cui agisce per controllare il costo del finanziamento del debito pubblico e preservare crescita e occupazione. I titoli a 1o anni giapponesi pagano dallo 0,2% allo 0,5%, o meglio lo 0,25% con banda di oscillazione dello 0,25.%.

Lavorando bene Ueda consegue anche l’obiettivo inflazionistico: i prezzi, come potete vedere, sono sotto controllo

La BCE non riesce a controllare l’inflazione, che pure è il suo principale, anzi unico, obiettivo. Qualcosa evidentemente non fuziona a Francoforte, mentre funziona bene a Tokio.

 


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