Cina: gli indicatori previsionali indicano una contrazione nell’attività manifatturiera

L’attività industriale cinese continua a mandare dei segnali negativi, questa volta in modo efficaci. Il Caixin China General Manufacturing PMI è sceso a 49,2 nel mese di luglio 2023 da 50,5 in giugno, mancando le stime di mercato di 50,3 e raggiungendo la lettura più bassa in sei mesi.

Si è trattato del primo calo dell’attività industriale da aprile, in quanto i nuovi ordini sono scesi dopo la crescita dei due mesi precedenti, le vendite all’estero hanno subito la contrazione maggiore da settembre 2022 e i livelli di acquisto sono diminuiti per la prima volta da gennaio.

Inoltre, l’occupazione è diminuita per il quinto mese consecutivo, mentre gli arretrati di lavoro sono rimasti stabili. I tempi di consegna sono leggermente peggiorati, poiché alcuni fornitori hanno ridotto i livelli di inventario.

Per quanto riguarda i prezzi, i costi dei fattori produttivi sono scesi per il quarto mese e le spese di produzione sono diminuite ulteriormente, grazie a strategie di prezzo competitive.

Infine, la fiducia ha raggiunto un picco di 4 mesi, ma il grado di ottimismo è storicamente basso. “La politica monetaria ha un effetto limitato sull’aumento dell’offerta”, ha dichiarato Wang Zhe, economista del Caixin Insight Group. “La priorità dovrebbe essere una politica fiscale espansiva che punti alla domanda”. Ecco il grafico relativo

Siamo tornati allo scorso autunno quando non si era ancora completamente superato il Ormai tutti si attendono un forte stimolo che, annunciato, non si è ancora materializzato nei suoi effetti pratici. Il problema è che questi stimoli sono sati più annunciati che applicati, che il problema della crisi immobiliare non è ancora risolto e che, invece, la Cina rischia di seguire il cammino del Giappone negli anni novanta. La Cina tenterà di rilanciare il settore immobiliare allentando le restrizioni, ma può questo essere sufficiente a far riprendere la crescita?