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“Xi Jinping è un dittatore”. Gli exploit diplomatici del Ministro degli esteri tedesco

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Venerdì il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock è intervenuto su Fox News ed ha pronunciato delle parole audaci che sicuramente danneggeranno le già tese relazioni Berlino-Pechino e che non tengono conto degli stretti legami economci fra le due parti. Sottolineando che il suo Paese avrebbe mantenuto la rotta a sostegno dell’Ucraina quando di passaggio ha definito il presidente cinese Xi Jinping un “dittatore”.

Sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario“, ha detto Baerbock quando il conduttore della Fox le ha chiesto come vede il futuro del conflitto. Quindi ha offerto quanto segue: “Se Putin dovesse vincere questa guerra, quale segnale sarebbe per gli altri dittatori nel mondo, come Xi, come il presidente cinese? Pertanto, l’Ucraina deve vincere questa guerra”.


Punto di vista interessante che, se fosse proseguito in modo logico, dovrebbe portare allo stop dell’import export fra Berlino e Pechino, oltre che alla fine degli investimenti tedeschi in Cina. Chissà come mai invece Mercedes e VolksWagen, fra gli altri, abbiano investito e producano auto in Cina. 

E Politico nota che i commenti di Baerbock sono arrivati “sulla scia delle recenti tensioni commerciali tra Pechino e Bruxelles, dopo che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen questa settimana ha dichiarato che l’esecutivo dell’UE avrebbe avviato un’indagine sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici”. Peccato che siano proprio le case europee a produrre le proprie auto elettriche in Cina, tra cui proprio la Smart (marchio Mercedes)…

L’etichetta di “dittatore” di Baerbock per Xi arriva anche mentre è negli Stati Uniti per incontrare i funzionari dell’amministrazione Biden, quindi forse sta cercando di presentarsi come “una dura” – imitando anche la battuta da dittatore di Biden applicata a Xi l’estate scorsa quando stava discutendo l’abbattimento del “pallone spia”.

La Cina è molto attenta a questo tipo di incidenti, per cui c’è da aspettarsi una qualche risposta a stretto giro di posta. Comunque c’è da restare a bocca aperta di fronte all’ipocrisia tedesca: si condanna il presidente cinese come un “Dittatore” alla Putin, ma si cerca sempre di fare degli affari d’oro. La politica estera tedesca è, francamente, la quintessenza dell’ipocrisia. Nessuno vieta a Berlino di rompere le relazioni con Pechino e tornare a riconoscere Taiwan come unico rappresentate diplomatico della Cina…

Venerdì Baerbock ha incontrato alla Casa Bianca il suo omologo americano, il Segretario di Stato Antony Blinken. Blinken ha poi dichiarato in una conferenza stampa che gli Stati Uniti e la Germania stanno convergendo sui loro approcci alla Cina.

“Abbiamo anche discusso dei nostri approcci comuni nei confronti della Cina e accogliamo con grande favore la strategia cinese della Germania. È molto coincidente con la nostra”, ha detto Blinken ai giornalisti. “Penso che rifletta qualcosa che abbiamo visto in tutto il mondo, sia in Europa, in Asia, così come negli Stati Uniti, ovvero una crescente convergenza nei nostri approcci alla Cina.”

Insieme al ministro tedesco ha poi sottolineato: “Entrambi, tra l’altro, condividiamo l’obiettivo delle nostre relazioni economiche di ridurre il rischio e non di disaccoppiare”. Poi la Baerbock vuole strafare nel dimostrare la propria obbedienza a Washington e ai dettami dei Dem USA e se ne esce con queste dichiarazionei.


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