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Una boa d’alto mare al centro del confronto sulla titolarietà del mare fra Giappone e Cina

La Cina mette una boa in una enclave di mare non controllato al largo delle coste giapponesi, e Tokio si infuria

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Una boa d’alto mare appena fuori la ZEE giapponese rischia di essere l’ennesimo motivo di scontro fra Tokio e Pechino. Il governo giapponese ha confermato venerdì che la Cina ha installato una boa in alto mare, al di sopra della piattaforma continentale meridionale del Giappone nell’Oceano Pacifico, in una mossa che potrebbe ulteriormente inasprire le relazioni bilaterali.

Il Segretario di Gabinetto Yoshimasa Hayashi ha dichiarato in una conferenza stampa che è “deplorevole” che la Cina abbia installato una piccola boa nelle acque al largo dell’isola principale occidentale del Giappone, Shikoku, e a nord dell’isola più meridionale di Okinotori, “senza spiegare il suo scopo e altri dettagli”.

Il Governo ha esortato la Cina a non minare gli interessi marittimi del Giappone, e Pechino ha risposto che ha installato la boa per monitorare gli tsunami e non intende violare la sovranità di Tokyo sulla piattaforma continentale, ha detto il portavoce del Governo.

Il problema è che, casualmente, la boa è stata posata in un tratto di mare che, pur essendo circondato dalla Zona Economica Esclusiva (ZEE o EEZ) non ne fa parte, come si può vedere dalla sottostante mappa

Il Giappone ha confermato che la nave di rilevamento cinese Xiang Yang Hong 22 ha installato la boa a metà giugno, mentre monitorava l’imbarcazione che navigava nella zona economica esclusiva del Giappone nel Mar Cinese Orientale, ha detto una fonte governativa. L’area di mare aperto in questione è circondata dalla ZEE del Giappone.

Hayashi ha detto che il governo giapponese continuerà a raccogliere informazioni correlate e ad analizzarle.

La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha detto che la boa, che serve a monitorare lo tsunami, è stata installata in alto mare “per scopi di ricerca scientifica e per servire il bene pubblico” e che questa è “una prassi internazionale consolidata” basata sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.

“Il Giappone non ha il diritto di interferire in queste attività”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Pechino.

Lo scorso luglio, la Cina ha installato un’altra boa all’interno della ZEE del Giappone, vicino alle isole Senkaku, non abitate, controllate da Tokyo e rivendicate da Pechino nel Mar Cinese Orientale, spingendo il Giappone a presentare una protesta e a chiederne l’immediata rimozione.

Mao ha affermato che, poiché le isole, che Pechino chiama Diaoyu, fanno parte del territorio cinese e le acque circostanti sono sotto la giurisdizione del Paese, è “legittimo e lecito per la Cina installare boe di dati idrologici e meteorologici in quelle aree”. Quindi l’installazione delle boe è la prima parte di un processo che poi porta a Cina ad affermare la propria sovranità su un tratto di mare, esattamente come alle Sankaku o nel Mar Cinese Meridionale.

La Cina ha intensificato le sue attività militari e l’assertività marittima nelle acque regionali, e il Giappone ha protestato contro le ripetute intrusioni di navi cinesi nelle acque giapponesi intorno alle Senkaku. Nel frattempo prosegue il processo di rafforzamento delle forze di autodifesa, anche se recentemente queste sono state al centro di uno scandalo di cui parleremo domani.


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