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Strage di Ustica e rivelazioni di Giuliano Amato: perché ora?

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Oggi la strage di Ustica del 1980 è ancora nel cuore dell’informazione, ben 43 anni fa.  Secondo l’ex uomo di fiducia di Bettino Craxi, di cui fu vice e “Dottor sottile”, ex presidente del Consiglio  due volte, ex  vicepresdiente della Corte Costituzionale, a 85 anni  ha affermato che il DC9 dell’Itavia previpitato in mare vicino all’isola il 27 giugno 1980, con 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio a bordo, sarebbe stato abbattuto da un missile francese, il tutto con l’approvazione degli USA.

L’obiettivo del missile sarebbe stato un MIG che avrebbe avuto a bordo il leader libico Gheddafi il quale, avvertito in qualche modo da Craxi, non sarebbe salito a bordo. Un politico a bordo di un caccia è una cosa un po’ strana, a tralasciamo sui particolari. Gheddafi era visto come troppo amico dei palestinesi dagli USA e come un elemento di disturbo per la l’Africa francofona da Parigi.

Alla fine Giuliano Amato lancia un invito al presidente francese Macron affinché, alla fine,  riveli la verità perché, troppo giovane per ellere legato ai fatti di 43 anni fa, non avrebbe nessun legame con la vicenda e quindi le mani libere.

Questa curiosa confessione, proveniente da un uomo potente e introdotto nei segreti della Repubblica italiana dell’ultimo mezzo secolo, perchè oggi conquista le prime pagine dei giornali con questa rivelazione?

Una storia vecchia.

Il coinvolgimento francese nella tragedia è tutto meno che una novità. Già negli anni ottanta vi erano state delle voci. Nel 2007 l’ex presidente della Repubblica ed Ex presidente del consiglio all’epoca della tragedia, Francesco Cossiga, disse chiaramente che erano stati i francesi ad abbattere l’Itavia con un aereo partito dalla portaerei Clemenceau. Nel 2016 la stessa TV francese Canal+  parlò chiaramente di questa ipotesi. Il fatto che i francesi poi siano stati dietro alla caduta di Gheddafi 30 anni dopo l’Itavia, dovrebbe dire molto sul coinvolgimento di Parigi.

Il famoso caccia MIG 23 libico caduto sulla Sila, in teoria 15 giorni dopo l’incidente dell’Italia, ma secondo testimonianze invece caduto il gionro stesso, fece sorgere subito dubbi su una battaglia aerea che si sarebbe svolta quel giorno sul Tirreno meridionale, con tanto di intercettazioni di telefonate comunicazioni fra i centri radar italiani.

Quindi quello che avrebbe rivelato Amato è tutto, tranne che una novità. Quindi perché tirare fuori questa storia ora, tra l’altro senza portare alcun documento aggiuntivo. In tutti questi anni non è riuscito a raccogliere una traccia rara o una registrazione definitiva?

Perché riparlarne ora?

Ricordiamo che c’è una condanna civile dei ministeri della difesa e degli interni, che furono obbligati a ripagare con 100 milioni le vittime della strage per non essere stati in grado di accertare la verità, pur avendone i mezzi.

Ricordiamo che Amato, come vicepresidente del Consiglio del governo Cossiga, fu informato dei fatti dai servizi segreti, ma Cossiga ne ha parlato ben 16 anni fa. Che ha fatto in questi anni Amato? Perché non intervenne all’epoca direttamente , confermando tutto e quindi dando maggior peso alle affermazioni del Picconatore?

Personalmente ritengo che questa uscita fortemente in ritardo, diciamo di una quarantina d’anni, non sia altro che un modo per tornare al centro dei giochi, per far parlare di se. Pensare che Macron prenda l’iniziativa e riveli i segreti dei suoi predecessori, per quanto remoti, mi sembra fantasioso: non sappaimo vicende della Terza Repubblica di cento anni fa, pensiamo che i francesi rivelino un segreto scottante come questo, quando ancora Macron deve appoggiarsi alle famiglie soialista e gollista presenti in parlamento?

Comunque niente di nuovo sotto il sole, quindi passiamo ad altro.

 


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