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Credit Suisse precipita ed ora chiede aiuto alla Banca Centrale. La crisi creditizia passa in Europa?

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Le azioni del Credit Suisse Group AG hanno toccato il punto più basso di sempre, scendendo fino ad un minimo di 1,56 Chf per poi riprendersi leggermente durante la giornata.

Si tratta dell’ottava seduta consecutiva di ribasso, che arriva sulla scia dei problemi di ristrutturazione, dei ritardi nella presentazione della relazione annuale a causa delle “debolezze materiali” segnalate dalla SEC la scorsa settimana e di un più ampio crollo del settore a seguito del collasso della Silicon Valley Bank. Oltre a queste sfide, la travagliata banca svizzera si trova ora ad affrontare un nuovo problema: il suo principale azionista ha dichiarato che non investirà ulteriormente a causa del forte calo delle valutazioni.

La risposta è assolutamente no, per molte ragioni, al di fuori della più semplice, che è quella normativa e statutaria“, ha dichiarato il presidente della Saudi National Bank Ammar Al Khudairy a Bloomberg TV in un’intervista di mercoledì. Questo in risposta a una domanda se il Credit Suisse avrebbe ricevuto nuove iniezioni se fosse emersa un’altra crisi di liquidità.

La Saudi National Bank, che appartiene per il 37% al fondo sovrano del regno, è il maggiore azionista del Credit Suisse dalla fine del 2022, dopo aver acquisito una quota del 9,9%. Al Khudairy ha dichiarato che al momento non ci sono piani per portare la partecipazione oltre la soglia del 10% a causa degli ostacoli normativi. Negli ultimi mesi, da quando il capitale della banca è sceso a cascata, i sauditi hanno perso più di 500 milioni di franchi sulla loro posizione. Quindi il salvataggio saudita è impossibile e la banca svizzera deve contare solo sulle proprie forze e su quelle degli altri azionisti meno finanziariamente dotati.

La notizia che i sauditi hanno forse smesso di sostenere la travagliata banca svizzera ha fatto crollare le azioni fino al 25%, raggiungendo un nuovo minimo storico a Zurigo. Nel frattempo il valore dei CDS, l’assicurazione sul fallimento della società creditizia, è decollato verso le stelle, a indicare che il mercato ritiene un evento estremo come non impossibile

Per ora sembra che la banca svizzera abbia messo una toppa, ma sitratta di un rimbalzo minimo rispetto alle perdite. La BCE dovrebbe essere molto attenta a questo tipo di segnali provenienti dalla Svizzera perché una crisi creditizia impiega un attimo a passare dalla Federazione Elvetica alla Francia, Paesi Bassi o Spagna.

Ora giunge la notizia che la Banca ha chiesto aiuto alla Banca centrale svizzera (SNB) segno che la crisi era tutt”altro che apparente e ne metteva in dubbio la continuità aziendale. Una situazione estremamente pericolosa per il sistema creditizio elvetico che probabilmente porterà al supporto dell’istituto centrale. La crisi non era apparente ed era curabile solo con un intervendo delle autorità monetarie.

 

 

 


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