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Euro crisis

La ricchezza tedesca è effimera: nel 2010 gran parte delle sue banche erano quasi fallite. OPEL in liquidazione e svariate imprese erano sull’orlo del collasso. L’Euro austero salvò la Germania!

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Pochi ricordano che la Germania era sull’orlo del baratro a fine 2010: a seguito della crisi sub prime il suo sistema bancario era sull’orlo del collasso, nomi altisonanti con WestLB e HSH Nordbank furono salvate dallo Stato, la stessa Commerzbank fu oggetto di rumors che la davano defunta.

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Gli interventi dello stato ci furono anche in numerosi altri istituti finanziari: ricordo dopo il 2008 Societè Generale (Francia) sull’orlo del collasso (caso Kerviel), varie banche tedesche al limite della solvibilità (da ricordare, Depfa, IKB varie landesbaken tra cui Sachsen LB e soprattutto, LBBW, tutte salvate dagli azionisti pubblici), banche belghe (memento, Dexia salvata dallo Stato), banche olandesi (ING, salvata dallo stato), banche Svizzere (che dire del salvataggio della celeberrima UBS, con la bad bank garantita dalo Stato svizzero e dai soci stranieri), senza dimenticare Royal Bank of Scotland o Lloyds. In poche parole, le maggiori banche banche regionali tedesche, escludendo quindi Deutsche Bank, sono state oggetto di salvataggi bancari da parte dello Stato. E, notasi, il fenomeno non si limitò agli istituti tedeschi ma anche ad altri paesi “core Europe”. La ragione era che l’intero sistema finanziario tedesco – e core Europe – aveva partecipato al banchetto dei titoli mortgage based americani, avendo quindi fattivamente contribuito alla creazione della bolla immobiliare esplosa in Irlanda, Spagna ed altri paesi soprattutto europeriferici (Italia esclusa). Ciò significa che gran parte degli utili bancari precedenti il 2008 erano derivati da ipoteche di dubbio valore generatesi in Florida, piuttosto che in Andalusia o nella regione di Cork. Dunque, il sistema bancario globale del mondo occidentale aveva generalmente ecceduto nel prendere rischi, con una notevole eccezione: l’Italia, dove le banche erano sane non avendo alta propensione al rischio per prodotti diciamo inusuali come gli ABS o strutturati che dir si voglia (oltre ad aver dimostrato un bassissimo interesse per le esposizioni creditizie in Grecia, Spagna e Portogallo).

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Bene, a questo aggiungiamo la crisi di grandi gruppi industriali tedeschi, OPEL in testa (con Porsche che finì anch’essa in un giogo di speculazioni finanziarie sbagliate da cui nacque la fusione Porsche-VW, notasi che in VW una quota di di fatto controllo strategico è detenuta da enti regionali, alla faccia di chi chiede all’Italia di svendere, ehm, privatizzare…). Ma non solo, ricordiamo tra tutti il suicidio di Adolf Merkle [tra i più ricchi di Germania, ndr], schiacciato da una montagna di debiti che le banche non erano più pronte a sostenere. Ossia, dietro la debolezza manifatturiera determinata anche da un improvviso quanto brutale crollo della domanda mondiale, c’era la debolezza del sistema bancario, non in grado di sobbarcarsi potenziali perdite dai propri clienti locali a causa delle enormi perdite lato trading che avevano ridotto all’osso il capitale (unitamente all’esposizione del sistema bancario franco-tedesco di quei paesi emergenti che avevano abusato della leva creditizia, Irlanda e Grecia in testa, vedasi immagine successiva). In tale contesto possiamo notare anche qui che l’Italia, con un substrato industriale di imprese mediamente non eccessivamente leveraggiate e con una base industriale pesante costituita da solidi giganti in settori non troppo volatili (ENEL per le utilities, ENI per l’energia e petrolio, SAIPEM per le infrastrutture, Finmeccanica per le armi ecc.) aveva sopportato bene lo shock, anche grazie all’enorme mole di risparmio privato.

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Inoltre l’Italia aveva un amico ricco, molto ricco, che aveva salvato l’unica banca italiana a vocazione globale: Unicredit, che con le sue partecipate tedesche ed austriache stava soffrendo molto della crisi sub prime. Bene, Gheddafi finanziò Unicredit divenendone il principale azionista [questa fu la probabile causa della sua morte, si dice per mano francese…, ndr], facendo diventare l’Italia l’unico paese occidentale che non aveva dovuto salvare il proprio sistema bancario con soldi pubblici, eravamo alla fine del 2010.

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In Germania invece, a causa delle debolezza bancaria, si stavano materializzando le richieste di rientro dalle garanzie bancarie, fatto che stava minando alla base la propria economia anche manifatturiera. Nel mentre l’Italia era quella di sempre. Grandissimo avanzo primario, deficit attorno al 3% (escluso il 2008/09), crescita bassa ma comportandosi decisamente meglio dei competitors a valle della crisi bancaria globale e comunque con una crescita percentuale del GDP assoluto (in EUR) dall’avvio dell’euro abbastanza in linea con la Germania (Eh, si, è proprio così, andate a controllare, vedasi riferimento in calce). Se vediamo anzi l’andamento dei parametri economici italiani, crescita del GDP assoluto, disoccupazione etc. l’Italia si stava comportando meglio dei competitors europei, per altro con un debito relativamente stabile e non fortemente incrementato come capitò ad altri paesi, notabilmente Spagna e Francia.

view22__01inline__405Poi nel 2011 tutto cambiò. Abbiamo scoperto che all’inizio di tale anno Napolitano iniziò a tramare contro il governo del proprio stesso Paese di concerto con Francia e Germania, abbiamo scoperto che la Francia aveva interessi contrapposti a quelli italiani in Libya, interessi che alla fine portarono all’attacco militare ed alla destituzione del Rais troppo amico dell’Italia, ora il paese è nel caos. Abbiamo rilevato come dietro ai sorrisini stupidi del duo Merkel-Sarkozy ci fosse anche un interesse a fare in modo che l’Italia non emergesse come paese tutto sommato di maggior successo nella gestione della crisi sub prime. Da questo ad approfittarsi delle enormi ricchezze italiche il passo fu breve, anzi brevissimo: le Banche tedesche guidate da Deutsche Bank iniziarono a vendere BTP – lo dice Prodi (vedasi immagine precedente), non Berlusconi -, vennero incrementati i margini richiesti sui titoli italiani dalle clearing houses per i futures, Monti arrivò con l’obiettivo di annientare la domanda interna e creare la vera malattia – lo spread fu il sintomo – , la cura del Professore fece per altro decollare il debito vs. GDP a causa del doppio effetto di riduzione del PIL e crescita negativa per via del blocco dei consumi. E, cosa incredibile, si arrivò addirittura a minare i diritti acquisti dei lavoratori, leggasi caso esodati, un casus belli da analizzare congiuntamente ad alcune misure del periodo fascista. A quel punto l’Italia iniziò ad andare davvero male e lì la Germania decollò, vista anche la debolezza dei propri competitors storici in Europa, ossia prima di tutto degli Italiani. Parallelamente l’esplosione dello spread BTP/Bund fece pagare un enormità di interessi ai periferici facendo parallelamente crollare quelli della core Europe. Si sa che il tasso europeo è una media dei vari fattori componenti l’Euro, se un paese paga di più l’altro deve pagare meno a causa effetto safe heaven all’interno della stessa valuta per tenere il riferimento fermo con le altre grandi valute globali, prima di tutto il dollaro USA….

E fu così che le banche tedesche e francesi, a forza di pagare nulla gli interessi anche grazie ai soldi statali, finirono col tempo per mettersi in carreggiata. Ben inteso, chi ha guadagnato dalla crisi secondo l’Economist è stata l’America e… la Germania! E gli italiani? Poveracci, devono morire….

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Questa è la personale versione della storia sulla grande crisi del terzo millennio, sebbene succinta non è lontana dalla realtà raccontata dai media mainstream (ma almeno il sottoscritto cerca di dare una visione a tutto tondo e non parziale, ritengo, spero lo sforzo sia apprezzato). In ogni caso mi ricorda molto i periodi precedenti alla morte di Moro (morte voluta dallo Stato Italiano assieme a qualche stato supposto amico, anche in quel caso l’Italia fu ostaggio di poteri stranieri – è ormai storia il fatto che la cellula che organizzò il rapimento aveva base a Parigi, ndr -) ed alla paralisi del sistema italiano che seguì: in quel periodo l’Italia stava superando in GDP la Gran Bretagna, cosa impensabile ai tempi. La lezione fu che il sistema si autotutela e l’affaire Moro tolse certezze al belpaese e fece concentrare risorse ed interessi alla lotta interna contro il moderno brigantaggio. L’Italia proprio in quel periodo perse il treno del nucleare avantaggio della Francia – che iniziò in quel periodo a costruire centrali -, ai tempi l’Italia aveva la miglior tecnologia civile nucleare esclusi gli USA (retaggio della nazionalità di Enrico Fermi), aveva ENI che macinava utili grazie al rapporto consolidato con i paesi produttori non allineati (retaggio di Mattei), la FIAT produceva auto in misura sufficiente a far paura ai tedeschi ed ai francesi, le piccole e medie imprese erano il collante del sistema e la svalutazione regolare della lira faceva il resto….

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Alla fine il sogno svanì, come sta finendo oggi. E la causa, si noti bene, è certamente degli italiani ma solo in parte: una enorme parte deriva dalle ingerenze esterne all’Italia, ingerenze finalizzate ad interessi squisitamente economici di quei paesi che sempre han brillato per invidia, Francia e Germania in testa. E questo non lo dico io, lo dice la storia (guerre mondiali scatenate, colonie…). Sta di fatto che oggi la situazione è molto peggiore del 1976 o del 1992: oggi i ladri hanno già parzialmente svuotato la casa e quindi c’è poca argenteria su cui fare leva per uscire dallo disagio economico. In più, oggi con l’incentivo di carriera europea per politici che non hanno spessore/né arte né parte, si è creato un sistema in cui viene favorito allo scranno più alto il meno capace, basta che sia controllabile e soprattutto “apparentemente “succube” degli interessi stranieri, vedasi tutti gli appartenenti ai recenti Governi non eletti (Monti, Letta, Renzi…).

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Pessimista? Può essere. Esagerato? Forse, ma vi prego di considerare la possibilità che io abbia ragione, ne va anche e soprattutto del Vs. interesse. In fondo basta poco per capire: se, come penso, dopo le europee l’Italia verrà inondata di tasse e soprattutto privatizzazioni/svendite forzate (che è quello che interessa ai dominus per finire il lavoro) pur anche prevedendo– sigh – un intervento della troika per terminare anche il “lavoro sporco” iniziato da Monti (con tutto il rispetto per il Professore della Bocconi, si intende – negli scorsi giorni è per altro salito agli onori delle cronache un altro docente bocconiano, fideiussioni SNAM per forniture gas, con Barclays etc., ndr -) , allora le Vs. lacrime da coccodrillo [stupido] faranno letteralmente annegare i Vostri foglio nel mare della disoccupazione di lungo termine, gettando l’amaro seme del disagio sociale là da venire e della futura emigrazione. E tutto questo mentre gli stessi tedeschi immaginano un futuro collasso della moneta unica, ma prima che succeda meglio arraffare il più possibile, vedasi Der Spiegel….

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L’Italia dei prossimi 30 anni sarà un posto poco sicuro, anche per quella supposta intellighenzia che ha supportato interessi stranieri nel sacco d’Italia. Torneranno a Canossa anche loro, purtroppo. Concludo: Italia, un paese per ricchi turisti abitato da inservienti, questo è quello che mi aspetto. E questo sarà quanto avrete voluto con la vostra ignavia (dunque, pensate bene a cosa votare questo fine settimana).

Mitt Dolcino

 

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Riferimenti:

Sull’andamento del GDP italiano e tedesco fino al 2009/10 – https://scenarieconomici.it/diciamola-tutta-mario-monti-ha-fatto-un-disastro-ecco-perche/

 


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