Nokia licenzia 14 mila dipendenti. Anche il 5G fa flop

Il colosso delle telecomunicazioni Nokia ha annunciato che ben 14.000 dipendenti, ovvero circa il 16% della sua forza lavoro, saranno licenziati, avvertendo che “i tempi della ripresa del mercato sono incerti” e che la domanda di apparecchiature per le reti 5G rimane contenuta.

I dati di Bloomberg mostrano che Nokia impiega 86.000 persone. La società di telecomunicazioni ha affermato che è necessario un “reset” “per ridurre la base dei costi e aumentare l’efficienza operativa, proteggendo al contempo la capacità di ricerca e sviluppo e l’impegno per la leadership tecnologica”. Entro la fine del 2026 prevede di ridurre i costi tra 800 milioni di euro e 1,2 miliardi di euro, aggiungendo: “Ciò rappresenta una riduzione del 10-15% delle spese per il personale”.

La massiccia riduzione dell’organico arriva dopo che Nokia ha riportato che le vendite nette del terzo trimestre sono crollate del 20% su base annua a 4,98 miliardi di euro. Da luglio a settembre gli utili sono crollati del 69% su base annua, attestandosi a 133 milioni di euro. Una situazione non semplice da risolvere. 

“A fronte di un contesto di mercato difficile, ridurremo la nostra base di costi per proteggere la nostra redditività“, ha affermato l’amministratore delegato di Nokia, Pekka Lundmark, in una dichiarazione video. La protezione della redditività, in queste fasi iniziali di gestione delle crisi, avviene attraverso tagli dolorosi.

Lundmark ha affermato che è “impossibile dire” quanto durerà la recessione nei mercati dei prodotti legati alla creazione dei network, aggiungendo che, a lungo termine, gli investimenti nel 5G saranno “necessari” per gestire l’aumento del traffico dati dovuto all’intelligenza artificiale e al cloud computing.

Non ha escluso la possibilità di “mosse strutturali” oltre alle misure di riduzione dei costi. Ha sottolineato che, anche considerando le riduzioni sostanziali dell’organico, l’obiettivo primario di Nokia rimane quello di salvaguardare la propria capacità di mantenere una forte produzione di ricerca e sviluppo.

Il CEO ha riconosciuto che il contesto macroeconomico svolgerà un ruolo significativo nel 2024. Tuttavia, ha affermato che è troppo presto per fornire indicazioni specifiche e ha messo in guardia dal dare per scontato che l’azienda riceverà un sostegno dal mercato.

Per quanto riguarda gli approfondimenti regionali, il CEO ha osservato un notevole rallentamento in India nella seconda metà dell’anno, suggerendo una tendenza alla normalizzazione rispetto alla prima metà dell’anno.

Dopo gli utili, Lundmark ha dichiarato a Bloomberg: “Gli operatori hanno trovato difficile monetizzare i loro investimenti nel 5G”.

La crescita del mercato indiano “non è più in grado di compensare pienamente ciò che stiamo perdendo in Nord America”, ha affermato Lundmark. “Ma ciò che scende, risalirà di nuovo e non sappiamo quale sarà il momento. Ecco perché stiamo agendo.”

Le azioni di Nokia in Europa sono scese del 3,5%, avvicinandosi ai minimi mai visti dai primi giorni del Covid. Un disastro

Nokia non è l’unica compagnia di telecomunicazioni occidentale a ridurre la propria forza lavoro: la svedese Ericsson ha annunciato l’intenzione di ridurre il proprio organico di 8.500 all’inizio di quest’anno. Il rallentamento dell’economia globale e l’elevata inflazione hanno messo sotto pressione le telecomunicazioni.

Mercoledì, il CEO di Ericsson, Borje Ekholm, ha avvertito: “L’incertezza di fondo influirà” sulle sue reti mobili che dureranno fino al 2024, causando dubbi sulla ripresa dei produttori di apparecchiature per le telecomunicazioni.

Il fatto è comunque semplice: al di fuori di qualche paese dell’Estremo Oriente lo sviluppo delle reti %G è troppo lento per sostenere i produttori, nonostante alcuni paesi abbiano messo al bando i materiali prodotti in Cina peer timore di infiltrazioni spionistiche nella rete. nonostante questo non c’è domanda, neanche dall’Europa, dove laa penetrazione del %G sarà molto lenta

La UE per l’ennesima volta si rivela la cenerentola tecnologica fra le aree avanzate, e questo non permette la sopravvivenza delle sue società del settore. L’austerità vince sempre.