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Energia

Nel Regno Unito ci vogliono 67 miliardi di euro di investimenti per adattare la rete alle energie green

L’autorità di rete del Regno Unito, ESO, ha predisposto u piano da 58 miliardi di sterline, 67 miiardi di euro, per adattare lla rete britannica alle energie green. Non è però chiaro chi paga

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Piloni della luce
Piloni della luce

National Grid ESO, l’operatore dei sistemi elettrici del Regno Unito, propone un piano di 67 miliardi di euro (58 miliardi di sterline) di investimenti nella rete per soddisfare la domanda crescente e l’aumento delle fonti di energia rinnovabili.

L’Electricity System Operator (ESO) ha pubblicato martedì il rapporto ‘Beyond 2030’ (Oltre il 2030), in cui si afferma che il Regno Unito avrebbe bisogno di questi investimenti per far fronte all’aumento dell’energia eolica e solare e all’aumento generale della domanda di elettricità, in un contesto di crescente elettrificazione e decarbonizzazione in molti settori, compreso quello dei trasporti.
“L’attuale rete elettrica sta raggiungendo la sua capacità e non è in grado di trasportare molta più elettricità senza rinforzare la rete”, afferma l’ESO nel rapporto.

Il piano, secondo l’ESO, sostiene la decarbonizzazione, i posti di lavoro e la crescita economica, in quanto consentirebbe un sistema elettrico completamente decarbonizzato in Gran Bretagna entro il 2035, in linea con l’obiettivo attuale del Paese.

Il piano potrebbe anche creare e sostenere oltre 20.000 posti di lavoro all’anno, con il 90% dei benefici al di fuori di Londra e del sud-est, secondo una ricerca indipendente, ha detto National Grid.

Nel suo rapporto, l’ESO ha anche raccomandato un’espansione della rete offshore e una nuova linea elettrica da nord a sud.

Bellissimo piano: chi paga?

Purtroppo il progetto della ESO non indica un punto essenziale: chi finanzia la trasformazione della rete. Se a pagarla sarà debito, tasse dei cittadini oppure bollette maggiorate. Anche se questo non ha peso nell’ottica dell’utopia verde, ne ha molta peer le tasche dei cittadini. 

I prossimi passi saranno la revisione delle raccomandazioni dell’operatore di sistema da parte degli stakeholder del settore e del regolatore energetico del Regno Unito, Ofgem.

“A seconda della maturità di una raccomandazione, ciò può comportare la sperimentazione di soluzioni alternative on e offshore, l’ulteriore sviluppo del percorso dei cavi e delle scelte tecnologiche”, ha dichiarato l’ESO.

Il piano di investimento – se verrà accettato dall’industria e dalle autorità di regolamentazione – dipenderà da molte variabili, tra cui la politica energetica del Regno Unito dopo le elezioni generali che si terranno alla fine di quest’anno.

All’inizio di questo mese, il governo conservatore britannico ha avvertito che il Regno Unito avrà bisogno di più centrali elettriche a gas naturale in futuro per evitare blackout, il che è un modo molto strano per decarbonizzare.


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