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Minima moralia

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La punta più alta di comicità del Festival di Sanremo non è stata toccata da un comico. Semmai, dal presentatore che presentava un comico con queste parole: “Invito a cambiare canale chi si indigna, chi si scandalizza. Cambiate canale e andate a dormire!”. Della serie: si astengano i moralisti. I moralisti, capite? Amadeus, o chi gli ha scritto i testi, è davvero convinto che oggi esistano da qualche parte, dei moralisti. O che esista, sopravviva, in qualche posto, una morale. Intesa come codice di comportamento etico “oggettivo”, cioè svincolato dal piacere del singolo, dalle preferenze del singolo, dai desideri del singolo, dai capricci del singolo, dalle permalosità del singolo, dai vizi del singolo, dalle perversioni del singolo.

Una risata omerica avrebbe dovuto accogliere l’imbarazzante, ma non imbarazzato, annuncio del bravo presentatore. E invece no. Il comico irriverente, inviso ai moralisti, ha fatto davvero il suo ingresso nel palco e ha provato “sul serio” a scandalizzare. Scandalizzare, capite? Creare scandalo in un’epoca in cui non c’è tabù che sia stato infranto, anzi che venga infranto acca ventiquattro, in presa diretta o differita, su ogni canale che c’è. Un mondo dove –  a furia di de-sacralizzare, de-cristianizzare, de-moralizzare, relativizzare, rendere “debole” non solo più il pensiero di Vattimo, ma il pensiero, i sentimenti, il carattere e, soprattutto, la volontà di tutti –  non è rimasto quasi più niente da “tirare giù”.

Al punto che la vetta dello scandalo dovrebbe essere un tizio senza tatuaggi che consiglia ai suoi spettatori di andare a puttane. Siamo al livello dell’uomo vestito in un campo di nudisti. Per la carità, spegnete la tivù che mi si turbano i bambini. E, dunque, rimane da chiedersi se non resti davvero più qualcosa di cui scandalizzarsi. Forse sì, forse c’è, forse l’impresa non è disperata del tutto. La pietra dello scandalo oggi è rappresentata proprio dalla convinzione (probabilmente sincera) del sistema che vi siano ancora parole, opere, omissioni in grado di recare scandalo.

Nel non comprendere, insomma, che – rasa al suolo qualsiasi tavola della legge “superiore” al meramente umano, trascendente ad esso e promanante dall’alto, se non addirittura da “altro” – resta una fumigante e miserabile accozzaglia di miserevoli codici individuali in cui tutto è permesso, purchè “piaccia”, purchè sia “alla moda” e purchè “emozioni”: tutto si può fare perché non c’è più nulla che non si dovrebbe fare. Un tempo si provocava chi era senza peccato a scagliare la prima pietra (Amadeus direbbe: a spegnere il primo canale). Ora, in un mondo intero senza peccato (dacché il peccato non esiste più) quella provocazione fa ridere; come la scialba battuta di un comico. Ergo, di scandalosa c’è solo la “stupidità” di una Matrice che si ritiene capace di tutto, ma non è in grado di accorgersi di quanto sordido sia il suo regno morale. E di quanto stupidi i suoi sudditi.

Postilla. Ci sarebbe un altro scandalo supremo, ma non troverete mai un cabarettista, una influencer, un intellettuale abbastanza audaci da sdoganarlo in prima serata: rivendicare la forza, la dignità e il valore di certi antichi doveri morali oggettivi e vedere l’effetto che fa sulla Matrice. Tipo la croce dell’esorcista.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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