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Marketing 101: non fate come Bud Light, non fate apparire i vostri clienti come un mucchio di cretini…

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La vicenda di BudLight del gruppo AB Inbev potrebbe essere preso come base di un corso di Marketing e Comunicazione per una laurea breve in Economia Aziendale e potrebbe intitolarsi: “Caso BudLight: fate l’opposto di quello che ha fatto”.

Bud Light era il primo marchio di birra venduta, come valore e quantità, negli USA e aveva una solida base di bevitori provenienti dalle classi lavoratrici, i colletti blu. I colletti bianchi, le classi professionali, bevono altre birre artigianali europee, mentre Bud è, o meglio era, un marchio da bar di periferia.

Alla fine il lavoro di responsabile di marketing e comunicazione di Bud Light era il più semplice del mondo: un po’ sponsorizzazioni di gare di auto, di cavalli e di eventi sportivi, qualche concorso ed era tutto fatto. Però le raccomandazioni e il genio fanno assumere una laureata di Harvard senza esperienza specifica, Alissa Heinerscheid, che decide che è ora di liberarsi della clientela cafona e bevitrice per puntare su una comuncazione fondata su un transessuale, Dylan Mulvaney, che prende in giro, e pesantemente, le donne:

La cosa non è piaciuta ai clienti che hanno lasciato Bud Light per passare alla concorrenza, facendo della messicana Modelo Especial la birra più venduta per valore negli USA…

Ora la società ha deciso di far partire una nuova campagna di comunicazione in cui si allontana, per fortuna, dalle questioni gender per tornare “A ciò che è importante per la nostra clientela”. Lancia la campagna su twitter. Peccato che questa metta sotto una pessima luce la clientela della birra…

 

Praticamente i clienti della Bud Light sono rapprresentati come una manica di idioti che non sa mettersi le scarpe prima di camminare sull’asfalto caldo o sui sassi, che non sa chiudere un frigo, o che lascia la traccia del cellulare mente prende il sole o fa cadere gli snack perché non vede la zanzariera. Ovviamente sono tutti idioti bianchi, perché le minoranze non si toccano, anzi l’unica persona di colore presente è uno che prende con gesto atletico una birra al volo.

Dare dell’imbecille ai propri clienti non è una politica di marketing e comunicazione particolarmente azzeccata. Il Tweet ha ricevuto 1700 like e 23 mila insulti al momento in cui scriviamo. Un vero e proprio record!

Mi sa che la AB Inbev ha bisogno di un responsabile di marketing e comunicazione se vuole gliene consigliamo qualcuno. Più bravo di quello che hanno ora, cosa non complicata.

 


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