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L’inflazione europea dipende dagli shock esterni, ma questo non impedirà a BCE e UE di sbagliare

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Se l’inflazione in Europa è stata causata solo dallo shock energetico, perché non concentrarsi sul trovare fonti energetiche a costi più contenuti al posto che praticare una politica fiscale e monetaria restrittiva? Questa è la domanda che molti si staranno ponendo adesso, soprattutto gli imprenditori in difficoltà, le famiglie che non riescono a far fronte ai mutui o i lavoratori licenziati che non trovano un lavoro con uno stipendio adeguato.

Una risposta alla vera situazione dell’economia e dell’inflazione e una spiegazione alla drammatica situazione attuale, ce la fornisce questo interessante articolo scientifico, edito proprio dalla BCE e scritto da Gourichas, da cui abbiamo estratto alcuni dati e grafici.

Prima di tutto il legame fra costi dell’energia e inflazione è molto diverso fra USA ed Europa. Questo è ovvio dato che gli Stati Uniti sono anche un grande produttore energetico, meno dipendente dall’import, per cui l’impatto dell’inflazione energetica importata è molto inferiore. Questo lo si può notare chiaramente nel seguente grafico:

L’inflazione europea è praticamente completamente spiegata dall’energia, quella USA no, ha un andamento diverso, proprio per la maggiore autonomia del sistema produttivo a stelle e strisce. Se anche noi producessimo energia, non importandola, in modo adeguato saremmo meno fragili  su questo fronte. Invece ci siamo legati mani e piedi ad alcuni fornitori esterni, ma andiamo avanti.

La dinamica salariale fra USA ed Europa

L’articolo poi ci fornisce un dato molto interessante: quale sarebbe stata l’inflazione core, al netto dell’energia e dei prodotti alimentari freschi, nel caso non ci fosse stato lo shock energetico? Questo dato è molto interessante perché viene a dirci quanto dell’inflazione in senso stretto vi sarebbe stata per il surriscaldarsi dell’economia, cioè per l’eccesso di domanda di beni e di lavoro rispetto all’offerta. Si tratta di un dato molto interessante: se non ci fosse stato lo shock energetico quanta inflazione sarebbe stata generata dalla dinamica salariale interna agli USA e all’Euro? Ecco il risultato, espresso in questo grafico:

 

Seguite la linea tratteggiata rossa: se gli USA stanno veramente vivendo un eccesso di stimolo economico, fiscale e monetario, con una dinamica salariale notevole, e questo anche senza shock energetico, al contrario l’inflazione core europea sarebbe rimasta a livello contenuto senza la crisi energetica. Quindi la politica monetaria e fiscale americana dovrebbe essere restrittiva, anche più dell’attuale, mentre l’austerità non è giustificata in Europa. 

Perché Commissione e BCE continueranno a compiere errori

Per una corretta politica economica bisogna avere informazioni certe. Se le decisioni sono basate su dati falsati o comunque basati su premesse di parte, allora si implementeranno politiche errate.

Veniamo quindi al nostro caso. Secondo le elucubrazioni della Commissione la disoccupazione attuale sarebbe al di sotto della disoccupazione “Naturale” , minima, frizionale, nella UE. Ci sarebbe troppa domanda di occupazione e questo causerebbe inflazione

Il problema è che questo dato è, semplicemente, sbagliato, e dà indicazione non corrette. Questo perché:

  • prima di tutto non tiene conto della popolazione inattiva, fra cui gli scoraggiati che hanno cessato di cercare lavoro;
  • la rilevazione della disoccupazione è estremamente restrittiva, si basa su chi compie azioni attive, e considera occupato anche chi è in una situazione di oggettiva sotto-occupazione, con lavori a tempo parziale o paghe totalmente inadeguate.

Già 30 anni fa Vickrey aveva criticato queste misurazioni del NAIRU, profondamente segnate da preconcetti ideologici e nate apposta per giustificare l’austerità. Solo quando l’inflazione core si innalza per una dinamica interna, come negli USA, si può seriamente parlare di piena occupazione. Questa situazione non si produce nella UE, ma, nonostante questo, questo tipo di valutazioni viene utilizzato dalla BCE e dalla Commissione, ed è alla base di clamorosi errori che pagheremo tutti.

 

 


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