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L’India preoccupata perché il Pakistan ha ricevuto i nuovi droni turchi

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Il Pakistan ha acquistato i droni turchi più moderni, i Baytar Akinci.Il contratto è stato concluso ad ottobre del 2022, ma le consegne sono iniziate solo tre settimane fa. Questa nuova arma è molto più capace rispetto alle precedenti, essendo dotata di un radar attivo e in grado, grazie alla formula bimotore, molto più capace rispetto ai droni TB 2 divenuti famosi durante la recente guerra in Ucraina. L’arma può trasportare missili terra aria e terra terra. Le dichiarazioni ufficiali affermano che è in grado di misurarsi contro gli aerei da combattimento, anche se questa caratteristica è tutta da provare. Secondo l’azienda madre: “Il Bayraktar Akinci è dotato di un’avionica a doppia intelligenza artificiale che supporta l’elaborazione del segnale, la fusione dei sensori e la consapevolezza della situazione in tempo reale. È dotato di sistemi di supporto elettronico, doppi sistemi di comunicazione satellitare, radar aria-aria, radar anticollisione e radar ad apertura sintetica”

L’Aeronautica militare pakistana (PAF) ha disegnato un unovo  patch  per i suoi piloti da combattimento che hanno ricevuto un addestramento sui droni Akinci dal produttore turco di droni Baykar, e in questo distintivo speciale la regione del Kashim, contesa con l’India, è rappresentata come parte del Pakistan. Un segnale che Islamabad non ha rinunciato alle aree contese con l’India, anzi si prepara a lottare per quelle che ritiene le proprie terre redente.  Questa patch sarà indossata dai piloti che operano con i droni da combattimento Akinci. Si ritiene che il Pakistan abbia ricevuto il primo lotto di 6-7 droni Bayraktar Akinci. Tuttavia, nessun annuncio ufficiale è stato fatto dalla Turchia o dal Pakistan. Il motto riportato sul simbolo, preso da “Il trono di spade” dice:  “La paura taglia più a fondo delle spade“.

Ma ciò che ha attirato l’attenzione di tutti è l’accordo pakistano per i tanto ambiti droni da combattimento turchi. Soprattutto perché l’economia pakistana è a pezzi in questi giorni. Il Pakistan era in trattative con il FMI per ottenere dei prestiti, ma le trattative si sono arenate. Di recente il Pakistan è uscito dalla lista grigia del GAFI (Gruppo di azione finanziaria internazionale), ma non può ottenere prestiti dalle agenzie di finanziamento internazionali. Questo ha portato i negozianti pakistani a vendere farina in nero. Le persone possono essere viste in lunghe code per acquistare articoli di uso quotidiano.

La scarsità di beni di prima necessità è stata tale che il Pakistan ha dovuto supplicare l’amico di sempre, la Cina, di rifornirsi di prodotti di prima necessità. Su richiesta del Pakistan, la Cina ha dovuto aprire i posti di controllo integrati del gelido passo del Karakoram per la fornitura di merci molto prima della loro apertura prevista per aprile. Nonostante questo cibo ed energia restano scarsi in Pakistan.

Questa situazione preoccupa e irrita l’India, che non comprende come Islamabad possa spendere in armi in un momento così critico. Tra l’altro a Nuova Delhi si ricordano benissimo che le precedenti guerre sono state cominciate da operazioni pakistane, per cui si teme che queste nuove armi possano rinnovare un conflitto che può anche fungere da distrazione dai problemi interni. Uno scontro fra due paesi che, comunque, sono potenze nucleari i cui armamenti non sono neanche completamente conosciuti.


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