Attualità
L’impoverimento che avanza: la caduta dei salari reali in Italia e in Europa
C’è un bel problema che segna l’economia europea e che deriva da scelte politiche ed economiche non sufficientemente ponderate: vi è un evidente, forte, calo delle remunerazioni reali, dei salari, che conduce quindi ad un calo del reddito disponibile. Le famiglie europee sono sempre più povere, e quelle italiane sono messe anche peggio della media.
A dircelo è l’OCSE, l’organizzazione economica dei paesi avanzati, nel suo bollettino statistico sulla crescita e il benessere. Da questo documento iniziamo a considerare i dati più interessanti, a partire dal reddito disponibile per i nuclei famigliari. Iniziamo valutando le variazioni del reddito reale famigliare e del PIL pro capite nel 2022, come da bollettino di maggio.
L’Italia, in termini reali, pare difendersi a livello di PIL, che aumenta, ma va male a livello di reddito famigliare. Il primo aumenta, ma il secondo diminuisce. Ricordiamo che la popolazione italiana è calata del 2,9% nel 2022, quindi il merito della crescita del PIL pro capite è più della demografia che della crescita reale. Insomma comunque il dato non è positivo, anche perché si perde la possibilità di crescita a lungo termine del PIL su base demografica.
La situazione poi è precipitata nell’ultima parte del 2022, cioè nel passaggio dal terzo al quarto trimestre, come possiamo vedere dal grafico successivo.
Il reddito delle famiglie italiane si è ridotto dei 3,5% il risultato più grande nel G7. Anche il PIL pro capite è calato, anche se di pochissimo, e in questo il valore è stato inferiore a quello di altri paesi come Germania e Canada. Insomma il nostro 2022 è finito malissimo, e questo non fa sperare molto bene per il 2023.
Quindi vediamo la situazione delle paghe reali, anche questa piuttosto drammatica. Prendiamo questi dati dall’outlook di giugno 2023
L’Italia ha visto un calo delle proprie remunerazioni reali questa calate del 4,39% fra la seconda metà del 2021 e la seconda metà del 2022. Un calo secco, nell’arco di un anno, che ci pone nella seconda metà della classifica delle perdite. La Corea del Sud ha visto un miglioramento nelle remunerazioni. Canada e Portogallo cali minimi, perfino l’iperindebitato Giappone vede un calo delle remunerazioni che è meno della metà del nostro. Certo, andiamo meglio dei Paesi baltici o della Cechia, siamo allineati a Paesi Bassi e Germania, ma non c’è da esserne particolarmente felici.
Abbiamo un problema di reddito che bisogna risolvere con una minore tassazione e con un aumento della domanda di lavoro, da raggiungere però con politiche intelligenti, magari un po’ diverse da quelle imposte dal PNRR. Qualcuno dovrà pensarci, altrimenti la strada verso l’impoverimento diventerà irreversibile. Bisogna fare qualcosa, bisognerebbe fare qualcosa, magari di rottura con gli schemi del passato.
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