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L’Ecuador deve fermare la produzione di petrolio

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La compagnia petrolifera statale dell’Ecuador, Petroecuador, ha dichiarato l’interruzioni delle consegne di oro nero per forza maggiore su altri tre blocchi petroliferi a causa delle proteste della comunità indigena Kichwa, pochi giorni dopo aver fatto lo stesso per un altro blocco.

I tre blocchi stavano producendo congiuntamente un totale di circa 142.000 barili di petrolio equivalente prima che la produzione scendesse a circa 122.500 lunedì.

La comunità indigena sta bloccando le produzioni accusando la compagnia di aver violato gli accordi, anche se Petroecudor ha dichiarato di essere aperta al dialogo. Lunedì Petroecudor ha prodotto poco più di 362.000 barili.

L’ultimo sviluppo rappresenta l’ennesimo colpo per il settore petrolifero e del gas dell’Ecuador. All’inizio dell’anno, il ministro dell’energia ecuadoriano Fernando Santos ha rivelato che le importazioni di carburante hanno superato le esportazioni per la prima volta in oltre 50 anni.

Le esportazioni di greggio e olio combustibile hanno raggiunto i 2,9 miliardi di dollari nel primo semestre del 2023, 100 milioni di dollari in meno rispetto alle importazioni che nello stesso periodo sono costate 3 miliardi di dollari.

È la prima volta che le importazioni di carburante superano le esportazioni da quando l’Ecuador ha iniziato a esportare petrolio nel 1972, evidenziando la vulnerabilità delle economie più piccole che dipendono fortemente dal petrolio alle oscillazioni dei prezzi. Le economie dell’America Latina dipendono generalmente dalle esportazioni di petrolio, una situazione aggravata dalla mancanza di una chiara tabella di marcia nella transizione energetica.

Le economie di Ecuador, Venezuela e Colombia dipendono fortemente dalle esportazioni e dai ricavi del petrolio, mentre Bolivia e Trinidad dipendono dal gas naturale.

Ad agosto, gli ecuadoriani hanno votato contro le trivellazioni petrolifere nel Parco Nazionale di Yasuni, dove vivono in autoisolamento i Tagaeri e i Taromenani. Yasuni, designato riserva mondiale della biosfera dall’UNESCO nel 1989, comprende una superficie di oltre 1 milione di ettari (2,5 milioni di acri); 121 specie di rettili, 610 specie di uccelli e 139 specie di anfibi.

Il presidente ecuadoriano Guillermo Lasso ha sostenuto con forza le trivellazioni petrolifere nello Yasuni nel tentativo di incrementare le esportazioni di petrolio. Tuttavia, i risultati del referendum significano che Petroecuador dovrà abbandonare le operazioni in questa zona.


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