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Cultura

Le miniere di Re Salomone erano in Sardegna. Una soluzione affascinante ad un mito biblico

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La Bibbia parla di Re Salomone e delle sue incredibili ricchezze, pari a 500 tonnellate d’oro, accumulate con un governo saggio e con una serie di commerci internazionali che già avevano luogo nel IX secolo avanti Cristo, l’epoca in cui visse il famoso Re.

Su queste miniere sono stati scritti romanzi d’avventura e perfino girati dei film di discreto successo, ma cosa dice la Bibbia e perché, storicamente, la terra da cui provenivano queste enormi ricchezze potrebbe essere la Sardegna? La Bibbia (1 Re 10 – 22) dice:

Essa diede al re centoventi talenti d’oro, aromi in gran quantità e pietre preziose. Non arrivarono mai tanti aromi quanti ne portò la regina di Saba a Salomone.  Inoltre, la flotta di Chiram, che caricava oro in Ofir, portò da Ofir legname di sandalo in gran quantità e pietre preziose.  Con il legname di sandalo il re fece ringhiere per il tempio e per la reggia, cetre e arpe per i cantori. Mai più arrivò, né mai più si vide fino ad oggi, tanto legno di sandalo.
 Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto essa desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato con mano regale. Quindi essa tornò nel suo paese con i suoi servi.
La quantità d’oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti, senza contare quanto ne proveniva dai trafficanti e dai commercianti, da tutti i re dell’Arabia e dai governatori del paese.
Il re Salomone fece duecento scudi grandi d’oro battuto, per ciascuno dei quali adoperò seicento sicli d’oro, e trecento scudi piccoli d’oro battuto, per ciascuno dei quali adoperò tre mine d’oro, e il re li collocò nel palazzo della Foresta del Libano. Inoltre, il re fece un grande trono d’avorio che rivestì d’oro puro. Il trono aveva sei gradini; sullo schienale c’erano teste di vitello; il sedile aveva due bracci laterali, ai cui fianchi si ergevano due leoni.  Dodici leoni si ergevano di qua e di là, sui sei gradini; non ne esistevano di simili in nessun regno.
Tutti i vasi per le bevande del re Salomone erano d’oro; tutti gli arredi del palazzo della Foresta del Libano erano d’oro fino; al tempo di Salomone l’argento non si stimava nulla. Difatti il re aveva in mare la flotta di Tarsis, oltre la flotta di Chiram; ogni tre anni la flotta di Tarsis portava carichi d’oro e d’argento, d’avorio, di scimmie e di babbuini.

La Bibbia canta le ricchezze del Re che venivano trasportate dalla flotta del Re Chiram, o Hiram, che era il Re di Tiro, in Fenicia. I Fenici, come sappiamo, erano grandi navigatori che colonizzarono proprio in quegli anni il Mediterraneo occidentale e fondarono Cartagine. Salomone commerciava con due località citate: Ofir, la terra della Regina di Saba, che probabilmente era in Africa, e con Tarsis. Successivamente sempre nel libro dei Re viene citata Tharshish come meta delle flotte reali, quindi citato in Isaia e Ezechiele come una terra destinazione di commerci e ricca d’argento.

Dove si trovava Tarsis, o Tharshish? Una iscrizione di Essardon, Re di Assiria, parla di un  Tharshis, terra che gli rese omaggio, e che sicuramente era un’isola. Quindi abbiamo un’iscrizione su pietra trovata nel 1773 a Nora, in Sardegna, da cui il nome di Stele di Nora. Quest’iscrizione parla di una guerra fra i fenici e i sardi abitanti di Tharshis, conclusa con una pace fra le due popolazioni.

Il nome fenicio Tharshish può facilmente essere passato in ambito biblico. I fenici commerciavano con Sardegna, Spagna e Africa, e la Sardegna in epoca antica era nota per le proprie miniere di argento, che fecero ricca Roma, oltre che per il piombo e il rame. Appare piuttosto ovvio che i fenici abbiano commerciato con queste terre ai tempi di Salomone, così come con la Spagna e l’Africa.

Quindi le miniere di Re Salomone erano in Sardegna? Probabilmente si, ma non solo, ma comunque questo rende questa terra mitica, e Quatermain avrebbe dovuto esplorare questa terra invece che l’Africa….

 


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