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Economia

La verità sull’emissione di moneta, parola di banca centrale

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Nell’epoca del black-out della ragione, ribadire le cose ovvie è un atto rivoluzionario.

La “scarsità del denaro” è uno dei mantra più ripetuti degli ultimi 30-40 anni: il denaro è poco, essendo poco non si può sprecare, bisogna quindi stringere la cinghia, fare sacrifici.

La gente ha interiorizzato il dogma del “non ci sono i soldi“, perché TV, giornali e politici lo hanno ripetuto fino alla nausea, ma le cose stanno davvero così?

Nel corso degli anni sono uscite svariate dichiarazioni da parte di esponenti delle banche centrali, riguardo la reale natura della moneta, della sua emissione e da cosa ne dipende il valore.

Facciamo un breve ricapitolo.

LE BANCHE CENTRALI SPENDONO I SOLDI DELLE TASSE? NO

Cominciamo dagli Stati Uniti d’Amerca. Ecco due dichiarazioni di due presidenti della FED, tradotte in italiano dalla trasmissione RAI “L’ultima parola” del 9 novembre 2012.

Ecco lo spezzone, che si trova poco dopo 1 ora di trasmissione.

La prima è quella di Ben Bernanke, chairman dal 2006 al 2014, registrata sulla CBS il 15 marzo 2009.

Sotto la clip originale inglese, dal minuto 7:58


DOMANDA: « Ma state spendendo i soldi dei contribuenti? »

BERNANKE: « Non sono soldi dei contribuenti. Le banche hanno conti presso la Federal Reserve, così come lei ha un conto presso una banca commerciale. Per prestare alle banche noi semplicemente usiamo i computer per aumentare i loro conti alla Federal Reserve. Un po’ come stampare denaro, più che prestarlo. »

DOMANDA: « Lei sta stampando soldi… »

BERNANKE: « In effetti, ma dobbiamo farlo perché la economia è molto debole e l’inflazione è bassa. »

E ora la trascrizione di quella di Alan Greenspan, il predecessore di Bernanke, fatta il 7 agosto 2011 nella trasmissione “Meet the press” (qui la trascrizione integrale)

Alla domanda sulla sicurezza dei Titoli di Stato americani, in seguito ad un “downgrade” di Standard &Poor’s, Greenspan rispose così:

David Gregory: “Are U.S. treasury bonds still safe to invest in?”

Alan Greenspan: “Very much so. This is not an issue of credit rating, the United States can pay any debt it has because we can always print money to do that. So, there is zero probability of default.”

DOMANDA: « I Titoli di Stati americani sono ancora un investimento sicuro? »

GREENSPAN: « Certo. Il problema non sono le agenzie di rating, gli Stati Uniti possono sempre onorare il proprio debito pubblico perché noi possiamo sempre stampare moneta per pagarlo. Quindi, le possibilità che gli Stati Uniti facciano default sono zero. »

E mentre in Italia stavamo subendo le pressioni dello spread, Greenspan mandò a quel paese S&P.

Visto che non c’è due senza tre, anche l’attuale presidente Jerome Powell ha recentamente rilasciato dichiarazioni interessanti. Powell si trova a fronteggiare l’emergenza covid, dove avrà “trovato” i soldi per sostenere l’economia americana?

Il 17 maggio 2020 il “chaimar” è stato intervisto nella trasmissione “60 minutes”. Qui la trascrizione integrale, sotto il video dell’intervento.

PELLEY: Fair to say you simply flooded the system with money?

POWELL: Yes. We did. That’s another way to think about it. We did.

PELLEY: Where does it come from? Do you just print it?

POWELL: We print it digitally. So as a central bank, we have the ability to create money digitally. And we do that by buying Treasury Bills or bonds for other government guaranteed securities. And that actually increases the money supply. We also print actual currency and we distribute that through the Federal Reserve banks.

DOMANDA: « È giusto dire che avete semplicemente inondato il sistema di soldi? »

POWELL: « Sì. Noi l’abbiamo fatto. Questo è un altro modo di pensarlo. L’abbiamo fatto. »

DOMANDA: « Da dove viene? Lo stampate soltanto? »

POWELL: « Lo stampiamo “digitalmente”. Quindi, come banca centrale, abbiamo la capacità di creare denaro digitalmente. E lo facciamo acquistando buoni del tesoro o obbligazioni per altri titoli garantiti dal governo. E questo aumenta effettivamente l’offerta di moneta. Stampiamo anche moneta “reale” e la distribuiamo tramite le banche della Federal Reserve. »

UNA BANCA CENTRALE PUÒ MAI FINIRE I SOLDI? NO

Qualche tempo fa, nell’articolo “5 incredibili ammissioni fatte della BCE“, si ricordava la famosa risposta di Mario Draghi alla domanda “se la BCE potesse mai finire i soldi”.

Riascoltiamo quelle parole del 9 gennaio 2014, la risposta dell’allora governatore aveva un tono molto imbarazzato.

Well, technically no… We are, we don’t, we don’t, we cannot run out of money…. So we, we have ample resources for coping with, with all, with all our emergencies…. So I think this is the the only answer I can give you.

« Beh, Tecnicamente no… non possiamo finire i soldi. Quindi abbiamo ampie risorse per far fronte a tutte le nostre esigenze. Penso che questa sia l’unica risposta che posso darle. »

Nel 2019 invece la BCE se n’è uscita con questo tweet, alla domanda su dove avessero “trovato” i soldi per il Quantitative Easing (QE). La risposta stavolta è stata molto più netta.

Praet: as central bank, we can create money to buy assets #askECB

« In quanto banca centrale, possiamo creare denaro per acquistare gli asset »

E proprio in questi giorni, la presidente Lagarde in una interrogazione parlamentare del 19 novembre 2020, ha rilasciato queste incredibilil dichiarazioni.

As the sole issuer of euro-denominated central bank money, the eurosystem will always be able to generate additional liquidity as needed. So by definition, it will neither go bankrupt nor run out of money

« L’eurosistema, in quanto unico emittente della nostra moneta, potrà sempre generare tanta liquidità quanta ne serva. Quindi per definizione la BCE non può né andare in bancarotta né finire i soldi »

La video conferenza integrale si trova in questo link, l’intervento si trova alle ore 9:55 in risposta alla domanda dell’europarlamentare Marco Zanni.

Ma già un mesetto prima, questo concetto era già stato ribadito da Eugenio Gaiotti (capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia), il 12 ottobre 2020 rispondendo ad una domanda di Alberto Bagnai.

BAGNAI « (…) la domanda riferita ai 500 miliardi era molto semplice: da dove vengono? Cioè da dove vengono i 500 miliardi che saranno utilizzati per acquistare titoli.

Perché qualcuno sostiene che vengano dalla raccolta fiscale, ci può chiarire se vengono da lì, o da dove vengono? Dove li “trova” la BCE questi miliardi? Tutto qui »

GAIOTTI « Questa è una decisione di politica monetaria, che vuol dire: trattasi di emissione di moneta, che è quello che fa una banca centrale.

Non sono consapevole di qualcuno che argomenti diversamente (su questo mi scuso ma), come qualsiasi banca centrale, la banca centrale europea acquista titoli e crea moneta, crea proprie passività per sostenere l’economia, tutto qua »

Il video originale sta sul sito del senato, l’estratto in questione si trova ad 1 ora e 15 secondi.

LA FIDUCIA NELLA MONETA

Nella storia l’emissione di moneta non è sempre stata “libera”, ce lo ricorda bene la Bank of England in questo breve video, caricato sul loro canale YouTube.


Ecco la trascrizione del testo originale

In 1694, when the bank opened, it took deposits of gold coin from its customers. It issued paper receipts, or notes, in return. These were used as convenient ways to pay for things, rather than using gold.

People accepted these notes as a promise to pay, knowing they could them back to the bank at any time in return for gold. These receipts gave to the banknotes we recognize today.

But it’s no longer possible to pay in gold. So what gives banknotes their face value? Trust.

We Trust in the promise that our banknotes can be exchanged for the things we want and that they will be accepted for their face value.

Public trust in banknotes is based on the security features that make them difficult to forge and the low inflation that protects their value over time.

« Nel 1694, quando la banca fu fondata, essa prendeva i depositi di monete d’oro dai suoi clienti. In cambio emetteva ricevute cartacee o banconote. Queste erano usate come mezzo più comodo per pagare le cose, al posto di usare l’oro.

La gente accettava queste banconote come una promessa di pagamento, sapendo che potevano restituirle alla banca in qualsiasi momento in cambio dell’oro.

Queste “ricevute” hanno dato origine alle banconote così come le conosciamo oggi. Ma non è più possibile pagare in oro. Quindi cosa conferisce alle banconote il loro valore nominale? La fiducia.
Confidiamo nella promessa che le nostre banconote possano essere scambiate con le cose che vogliamo e che saranno accettate per il loro valore nominale.

La fiducia del pubblico nelle banconote si basa sulle caratteristiche di sicurezza che le rendono difficili da falsificare e sulla bassa inflazione che ne tutela il valore nel tempo. »

La questione della “fiducia” veniva già evidenziata da Tommaso Padoa-Schioppa nel 1999, che all’epoca lavorava nel comitato esecutivo della BCE.

Leggiamo due passaggi dal suo articolo “Gli insegnamenti dell’avventura europea” scritto sulla rivista francese “Commentaire“.


« Nella storia delle banche centrali, in quella dei sistemi costituzionali e quella delle relazioni monetarie internazionali, la nascita della banca centrale europea segna una data di importanza eccezionale.

Per la prima volta, degli Stati sovrani hanno rinunciato volontariamente alla propria sovranità monetaria e realizzato una piena unione monetaria prima di pervenire ad una piena unione politica.

Non c’è un precedente ad un tale sganciamento dalla regolazione monetaria e dal governo dello Stato; l’evento è reso ancora più significativo dal fatto che si produce in un momento in cui, per la prima volta nella storia umana, la moneta non è ancorata né sull’oro né su un altro standard reale. (…)

Accettare da uno sconosciuto un pezzo di carta privo di valore intriseco in cambio di beni e servizi che sono i frutti del suo lavoro, è una delle manifestazioni più spettacolari della fiducia delle persone rispetto alla società alla quale appartengono. »

Altre perle di Padoa-Schioppa le potete leggere su “le confessioni dei padri dell’euro“.

Chiusa parentesi, concludiamo questa carrellata con il padre dell’euro per eccellenza.

MONETA ED ECONOMIA REALE

Con la fine degli accordi di Bretton Woods nell’agosto 1971 nasce la “moneta moderna” (o moneta fiat) basata appunto sulla fiducia delle persone, ma soprattutto sull’economia reale che si reggeva dietro quella moneta.

Lo sapeva benissimo Carlo Azeglio Ciampi, nelle conclusioni del rapporto annuale sul 1980 – fatte il 30 maggio 1981 – ecco cosa dichiarava, verso la fine del suo discorso

pagina 40

« Ormai da dieci anni, rescisso anche il legame indiretto all’oro attraverso la convertibilità del dollaro e la fissità dei cambi, la lira, come le altre monete, è divenuta un bene ancor più immateriale e astratto, garantito nel suo valore da null’altro che dalla forza dell’economia e dalla capacità del corpo sociale di organizzarsi e di governare. »

Con buona pace dei “negazionisti” della moneta, la realtà dei fatti è che la scarsità di denaro nell’economia reale è solo una scelta politica e non un fatto ineluttabile.

Del resto proprio in questo discorso, di quasi 40 anni fa, Ciampi “anticipava” i tre pilastri su cui si sarebbe retta l’unione monetaria europea, ma questa è un’altra storia.

ARTICOLO ORIGINALE ➡️ https://canalesovranista.altervista.org/la-verita-sullemissione-di-moneta-per-bocca-delle-banche-centrali/


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