Attualità
La truffa della transizione verde. Il ruolo dell’utile idiota (parte 4)
Nella corsa ad accaparrarsi l’ultimo posto come utile idiota non poteva mancare il ruolo dell’influencer in materia di ecologia e in particolare di transizione verde.
Un posto rimasto vacante benché l’importanza fosse stata fatta notare da una ragazzina di 13 anni, che già nel lontano 1992 tenne un discorso all’ONU della durata di sei minuti.
Non si chiamava Greta, ma Suzuki e quella volta non se la filò nessuno.
Oggi abbiamo una star incapace di argomentare, che seppure il problema climatico sia una questione importante, ha contribuito a trasformare la questione del clima una farsa macchiettistica contesa fra le solite tifoserie divise su due curve.
L’influencer della transizione verde
Non è colpa di Greta, ma di chi l’ha manovrata, convinto che trasformare qualsiasi dibattito in poltiglia ideologica per bambini dell’asilo sia l’unico modo di coinvolgere masse di semi analfabeti.
Vero anche questo, com’è vero che quando occorre, basta mettere l’utile idiota ad attirare le masse per poi trascinarle verso la terra promessa.
Promessa che la realtà ha dimostrato non può essere mantenuta, se non a scapito del nostro stile di vita già massacrato da trent’anni di Maastricht (era proprio il 1992).
Siamo andati a controllare nel nostro archivio segreto per vedere cosa succedeva nella realtà, proprio mentre la narrazione emanata dall’utile idiota raccontava delle fiabe.
Abbiamo aperto ECONOMI/GRAM, da pochi giorni in libreria, e ne abbiamo trovate a palate.
Economigram è un corposo libro di 600 pagine che racchiude news, titoli di giornale e roboanti dichiarazioni di politici, “esperti”, virologi, ambientalisti ed opinionisti che o si contraddicono la pagina successiva o vengono smentiti dalla realtà.
Un libro immancabile che ci riporta alla mente tutte le baggianate e le fake news sparate a zero dai nostri leader e dai nostri eroi da salotto televisivo.
Il libro è diviso in diversi capitoli: economia, esteri, politica e società, covid e green economy e ci mette in tasca tutte le figuracce fatte da politici, giornalisti ed opinionisti nell’ultimo anno. In questo articolo ne vediamo un altro piccolo estratto
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Il capitolo che ci interessa si intitola AL VERDE (green economy). Un titolo piuttosto rivelatore.
Ci racconta di come stanno andando le cose – NEI FATTI – in tema di transizione verde, transizione energetica, green economy ed altre mode nate nell’arco di un paio di anni che sono già diventate dei dogmi.
Sono ormai dei totem al cui cospetto è tollerata soltanto la genuflessione. Impossibile tentare un confronto o una discussione sui se e sui ma. Se lo fai sei, innanzitutto, com’è ovvio, un fascista; ma soprattutto un nemico dei giovani.
Perché sono i giovani il motore del cambiamento.
Oh, lo dicono loro, quindi bisogna credergli. Mica sono tutti bugiardi come i politici e gli amministratori delegati delle multinazionali. Non importa se studi approfonditi abbiano dimostrato invece che gli anziani tra i 65 e i 75 anni fanno la riciclata meglio di loro e che in Italia, come nel resto del mondo sia inarrestabile l’espansione del mercato dei fast food – notoriamente meta dei vecchietti.
Un termine che invece non si fila nessuno è, greenwashing.
Strano visto che è una prassi continua. Lo stylist ti dice in faccia che sì, “la moda inquina, ma che l’Azienda è fortemente impegnata a tranquillizzare i clienti con una corretta informazione di come ciò non sia vero”.
Chi sono i nemici della transizione verde?
L’utile idiota di solito ha anche il compito di indicare alla massa chi è il nemico. In questo caso i brutti cattivi sono la Russia e soprattutto la Cina. È quanto emerge dalla stampa nazionale, salvo poi scoprire i reali motivi…
Rispetto ai popoli più civilizzati come il nostro, Russia e Cina non si presentano nemmeno ai tavoli internazionali sul clima, in cui si discute di quanti zerovirgola gradi centigradi ridurre l’impatto dell’industria sul clima entro i prossimi cinquanta o settant’anni. La Cina poi inquina più di tutti. Chissà perché?
Forse non si sono presentati perché troppo impegnati a lavorare per noi?
Noi diciamo che ci sostengono la LORO economia. Loro dicono che ci producono i nostri giocattoli high-tech. Insomma, come sempre, siamo più impegnati ad accusare gli altri che non a dubitare che ci stiamo prendendo per il culo da soli.
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Infatti mentre noi mandiamo i figli a scioperare per il clima, invece di andare a studiare, abbiamo deciso che ripulire l’aria in Europa, trasferiremo il 45% della produzione di CO2 in Cina.
Non importa se equivale a delocalizzare la produzione del 45% dei nostri prodotti e conseguente ulteriore dipendenza verso i cinesi. Almeno potremo dire che l’abbiamo fatto per i nostri nipoti…
Dev’essere per il bene della nostra salute che hanno deciso di tagliare la sanità pubblica, visto che curarsi sta distruggendo il pianeta… Ma non ditelo agli adoratori del Dio vaccino: potrebbero andare in corto circuito…
Insomma se poi tutta questa storia si fosse rivelata una truffa, poco male…
Ciò che sembra contare di più è aver imparato la lezione. E per farcelo rimanere bene impresso, hanno scelto un sistema infallibile:
E come lo hanno messo in pratica? Così:
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L’UTILE IDIOTA:
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