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La Russia valuta di ricominciare a comprare Yuan, grazie ai ricavi da gas e petrolio,

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È probabile che la Russia inizi ad acquistare valuta estera già da questo mese, segnando la prima volta che Mosca ha rifornito le riserve del Paese da quando ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022. Secondo quanto riportato martedì da Bloomberg Economics, Mosca dovrebbe acquistare ogni mese circa 200 milioni di dollari in Yuan cinesi. Lo Yuan è una delle poche valute chiave a disposizione della Russia dopo che le sanzioni occidentali hanno tagliato fuori il Paese dal sistema finanziario mondiale denominato in dollari.
La Russia ha smesso di acquistare valuta estera a fine gennaio 2022 a causa della volatilità del mercato, poco prima di invadere l’Ucraina. Dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia è stata colpita da pesanti sanzioni occidentali e ha sospeso il suo programma di intervento valutario. A giugno, una task force globale sostenuta dagli Stati Uniti aveva bloccato oltre 300 miliardi di dollari di attività detenute dalla banca centrale russa.
I volumi degli acquisti di valuta saranno inizialmente modesti, ma altamente simbolici in quanto dimostreranno che il Paese, invece di consumare le riserve, le sta accumulando. La Russia ha ripreso il suo programma di intervento valutario nel gennaio 2023, iniziando con lo yuan. L’imminente acquisto della valuta cinese da parte della Russia segnerebbe un’inversione di tendenza rispetto alle vendite di yuan dalle sue riserve per coprire il deficit di bilancio, che ha raggiunto i 29 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2023. Il Paese ha ridotto le vendite di Yuan da febbraio, secondo Bloomberg Economics ed ora potrebbe comperarli.

La ripresa degli interventi sulle riserve valutarie da parte di Mosca indicherebbe che le sanzioni occidentali e il tetto al prezzo del greggio russo imposto dal G7 non sono sufficienti a frenare le entrate energetiche della Russia. Nel frattempo, già dallo scorso ottobre, lo yuan cinese era diventato la valuta estera più scambiata sulla borsa russa.

La Russia, un gigante dell’energia, è riuscita a mantenere le sue entrate energetiche anche a fronte delle sanzioni occidentali.
In gran parte, il Cremlino ha ottenuto questo risultato costringendo i produttori di petrolio come Gazprom e Lukoil a pagare più tasse, come riporta Bloomberg. La Russia è stata anche in grado di contrastare le restrizioni guidate dall’Occidente riorientando le esportazioni di petrolio verso mercati alternativi come Cina e India. Secondo Kpler, una società di analisi delle materie prime, i due Paesi asiatici si sono accaparrati così tanto greggio russo che le esportazioni russe di greggio via mare del primo trimestre hanno superato i livelli dello stesso periodo dell’anno scorso.

L’acquisto di Yuan inoltre viene chiaramente ad indicare che i flussi finanziari russi si muoveranno verso Pechino, e soprattutto verso le merci cinesi. Un segnale chiaro veros l’Occidente


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