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La PBOC cerca di indebilire lo Yuan. Torna la guerra valutaria?

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Dopo un incontro  inaspettato e improvvisato con i principali attori del mercato forex, la PBOC (la Banca centrale cinese)  anche se inquietante, secondo cui il tasso di cambio dello Yuan “non può essere utilizzato come strumento per stimolare le esportazioni”, negando quello che è stato fatto sistematicamente proprio dalla Cina, e dalla Germania, con il cambio.

A questo punto ci si attenderebbe una banca centrale che lascia il mercato a decidere il cambio, a parliamo di Pechino, quindi si dice una cosa e si fa qualcosa di diverso.  Per questo motivo la PBOC ha annunciato inaspettatamente che, per la prima volta in 14 anni, avrebbe innalzato il coefficiente di riserva obbligatoria sui depositi in valuta estera presso le istituzioni finanziarie dal 5% al ​​7% a partire dal 15 giugno, nel tentativo di rallentare l’apprezzamento dello yuan, in linea con retorica ufficiale.

Questo è stato il primo aumento del RRR FX dal maggio 2007, dopo il suo apprezzamento a seguito della riforma dello Yuan nel 2005.

Le banche dovranno ora detenere depositi in dollari extra presso la  PBOC e non potranno utilizzare questi dollari per comprare Yuan o fare resiti con la valuta nazionale.   In teoria questo dovrebbe aumentare la domanda di dollari rispetto a quella di Yuan proprio per poterla poi detenere sulla PBOC.Una misura che, teoricamente, dovrebbe indebolire la valuta cinese, ma il cambio pare non averne risentito molto. Il cambio è rimasto stabile intorno ai 6,37-6,38 Yuan per dollaro, quindi sena grossi cambiamenti. I movimenti verso il rafforzamento della valuta cinese sono più profondi, legati al surplus commerciale enorme ed al diverso atteggiamento attuale di FED e PBOC. Finchè non assisteremo  cambiamenti strutturali questi aggiustamentinon porteranno grossi mutamente.

 

 


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