Cultura
La Guerra delle Paste: cioè come un fatto minore si tramutò in una guerra fra Francia e Messico
Nel 1838 il saccheggio di una pasticceria francese in Messico portò a una guerra con morti e feriti fra Francie e Messico
Il 4 settembre 1838, il saccheggio di una pasticceria gestita da un francese a Città del Messico scatenò una guerra tra la Francia di Luigi Filippo e il Messico da poco indipendente.
Il saccheggio di una pasticceria ebbe delle conseguenze drammatiche, a mostrare che la guerra spesso si genera da fatti banali, ma può avere gravi conseguenze.
La Francia, un alleato fedele della Spagna
Nel XVIII secolo, la Spagna cercò di mantenere il monopolio del commercio con la sua colonia messicana. Tuttavia, sia la Francia che l’Inghilterra si impegnarono in vaste attività di contrabbando con le cologne ispano-americane. Nel 1797, un trattato aprì il commercio con le colonie latino-americane ai Paesi neutrali, cioè quelli non alleati con l’Inghilterra, nemica della Spagna.
Nel 1821, il Messico ottenne l’indipendenza dopo 11 anni di lotta. Nel 1822, gli Stati Uniti riconobbero il nuovo Stato, seguiti dall’Inghilterra nel 1826. La Francia, con i suoi legami di sangue con i Borboni di Spagna, sostenne il desiderio della Spagna di recuperare le sue ex colonie.
Alla fine degli anni ’30 del XIX secolo, il problema del riconoscimento del Messico, da cui dipendeva l’autorizzazione a commerciare con esso, non era ancora stato risolto. Nel frattempo, i tedeschi e gli inglesi stavano investendo nelle miniere d’oro e d’argento messicane e realizzavano buoni guadagni.
La pasticceria della discordia
Durante i primi 20 anni della sua esistenza, il Messico sperimentò un’instabilità politica cronica, con il governo che cambiava continuamente di mano. Il 4 settembre 1838, una pasticceria gestita da un francese a Città del Messico fu saccheggiata da una folla durante gli scontri a seguito di un’elezione contestata. Un fatto che sembrava esaurirsi nella sua tragicità, ma il pasticcere scrisse al re francese, Luigi Filippo I, raccontando le sue disgrazie e chiedendo un risarcimento.
Durante questo periodo altri francesi videro sparire le loro proprietà ed espressero le loro rimostranze al loro sovrano. La Francia rispose chiedendo 600.000 pesos come risarcimento per le perdite dei suoi cittadini, ma lo Stato messicano si rifiutò di pagare qualsiasi risarcimento. Era già fortemente indebitato con la Francia, che temeva di non poter mai saldare i suoi debiti.
Quindi la Francia usò l’argomento della difesa dei suoi cittadini, pasticceri o meno, per intervenire militarmente e, allo stesso tempo, costringere il povero Messico ad aprirsi al commercio. Un anticipo della “politica delle cannoniere” che fu poi usata in Oriente. Quindi il Re mandò una flotta a sostenere le sue pretese.
Lo squadrone francese era comandato dal contrammiraglio Charles Baudin, un veterano della marina del Primo Impero. Al suo fianco c’era il Principe di Joinville, François d’Orléans, figlio del Re Luigi Filippo.
Nell’autunno del 1838, i francesi istituirono un blocco dell’importante porto di Veracruz e bombardarono la fortezza di San Juan d’Uloa, considerata inespugnabile. Utilizzarono per la prima volta granate esplosive (177 granate sparate) e riuscirono a far arrendere la fortezza il 27 novembre 1838. Fu “l’unico esempio”, disse Wellington, “di un luogo regolarmente fortificato ridotto da una forza puramente navale”, ma in questo fu anticipatore della storia navale, perché il XIX secolo vide poi altri casi simili. Comunque, fra entrambe le parti, vi furono più di 100 morti e quasi 200 feriti.
Il Messico dichiara guerra
Antonio López de Santa Anna, una delle grandi figure dell’indipendenza messicana ed ex Presidente del Messico, si distinse comunque nella difesa della città, nella quale perse una gamba. Questo episodio eroico gli permise di riguadagnare il prestigio che aveva perso nel 1836 in Texas, davanti a Fort Alamo, e di tornare in prima linea sulla scena politica del suo Paese.
Costretto a riconoscere la vittoria della Francia, il Messico accettò di pagare i 600.000 pesos richiesti. La marina francese tornò sulle sue coste nel marzo del 1839.
Un commercio molto redditizio per la Francia
Questa breve guerra con la Francia fu molto costosa per il Messico, che dovette ricostruire Veracruz, il suo porto più importante, e per diversi mesi perse le entrate doganali che aveva generato.
D’altra parte, l’apertura del Messico alle importazioni fu un bene per la Francia, in un momento in cui l’America Latina stava diventando un importante partner commerciale per l’Europa. La Francia esportava principalmente tessuti in Messico, oltre a vari beni di lusso, mentre il Messico esportava metalli preziosi, oro e argento, e materie prime agricole – tabacco, caffè, cacao e cocciniglia. La bilancia commerciale era molto favorevole alla Francia.
La guerra fu un atto di brutale, violento, imperialismo della Francia, una politica coloniale che non portò a nessuna colonia.ù
Comunque ricordatevi di pagare le brioches al pasticcere. Potrebbe arrabbiarsi!
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
Pingback: Boom dell'import di olio combustibile in Cina. Ecco il perché