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La Commissione UE pensa a mezze sanzioni sul gas naturale liquefatto russo

La Commissione propone sanzioni che impediscano nella UE lo scarico e il ricarico del gas liquefatto russo. Fine per gli hub di scambio belgi e spagnoli. Però è permesso l’acquisto e il consumo diretta.

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Per la prima volta, la Commissione Europea ha proposto delle sanzioni contro la potente industria russa del gas naturale liquefatto, secondo i documenti visionati da Politico.Eu.

Le misure non impedirebbero direttamente le importazioni di GNL russo nell’UE. Invece, impedirebbero ai Paesi dell’UE di riesportare il GNL russo dopo averlo ricevuto. Quindi i paesi potrebbero comprarrlo e consumarlo

“Questa disposizione non riguarda le importazioni nell’UE”, sottolinea la proposta, per cui non ci sarebbe tensione sul mercato interno del gas.

Le sanzioni vieterebbero anche il coinvolgimento dell’UE nei prossimi progetti di GNL in Russia. “Tale misura limita l’espansione della capacità di GNL della Russia e quindi limita le entrate della Russia”, sostiene la proposta.

Inoltre, la Commissione, l’esecutivo dell’UE, vuole che le aziende condividano maggiormente le informazioni sulle importazioni di GNL di Mosca.

La mossa segna la prima volta che il blocco prende di mira il lucrativo settore del gas di Mosca, parte del 14° pacchetto di sanzioni di Bruxelles contro la Russia, più di due anni dopo l’invasione dell’Ucraina. E giunge mentre si moltiplicano le prove che gli sforzi dell’Occidente per prosciugare i proventi dei combustibili fossili di Mosca stanno fallendo miseramente, con un tetto al prezzo del petrolio che in gran parte fallisce e l’evasione delle sanzioni che dilaga.

Tuttavia, anche se la caccia al GNL segna un cambiamento significativo nella strategia dell’UE, le sanzioni proposte toccherebbero solo una frazione delle entrate di combustibili fossili della Russia. Più che altro si tratterebbe di un piccolo fastidio per Mosca, ma di un grosso problema per i commercianti della UE di Gas Naturale, che, solitamente, vengono effettuate nei porti belgi. La cosa divertente è che proprio il Belgio è uno dei paesi che maggiormente desidera questo bando. Queste transazioni dovrebbero avvenire nei porti extra UE.

L’anno scorso, le rivendite UE del GNL di Mosca hanno rappresentato solo un quarto delle entrate totali della Russia derivanti dal commercio del gas altamente raffreddato. E le sanzioni sui prossimi progetti di GNL sarebbero per lo più preventive, dicono gli esperti, in quanto nessuno di essi invia attualmente carichi all’Europa.

Gli ambasciatori dell’UE discuteranno le misure mercoledì. C’è un crescente sostegno politico da parte dei big dell’UE come la Germania e l’Italia per colpire il GNL russo, ma l’Ungheria – che dipende fortemente dall’energia russa – ha storicamente bloccato tutte le sanzioni sul gas.

Difficilmente comunque queste sanzioni creeranno dei seri problemi a Mosca: semplicemente uffici di trading dovranno rilocalizzarsi in altre parti del mondo, come, ad esempio, Singapore. Nel frattempo il Giappone continua a finanziare il progetto LNG di Sakhalin.

 

 


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