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La Cina riduce la riserva obbligatoria per le banche per rilanciare l’economia

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Mercoledì Pechino ha adottato misure sostanziali per placare il panico del mercato e ravvivare la fiducia degli investitori, mentre i timori per il crollo del mercato azionario e le preoccupazioni per le prospettive economiche della Cina continuano a crescere.

La banca centrale cinese ha annunciato di voler ridurre l’entità delle riserve obbligatorie liquide che le banche devono detenere a partire dal 5 febbraio, ma gli analisti si aspettano che seguano altre misure di sostegno. Il taglio di 50 punti base del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) dovrebbe iniettare 1.000 miliardi di yuan (140 miliardi di dollari) di liquidità nel mercato, ha dichiarato il governatore Pan Gongsheng in una conferenza stampa a Pechino.

Attualmente questo tasso è al 10,5%, per cui dovrebbe scendere al 10% a partire dal 5 febbraio. Non è la prima volta che questo accade negli ultimi mesi:

“La People’s Bank of China rafforzerà l’aggiustamento anticiclico e interciclico degli strumenti di politica monetaria, si impegnerà a stabilizzare il mercato e la fiducia e a consolidare e potenziare la positiva ripresa economica”, ha dichiarato Pan. “Creeremo un buon ambiente monetario e finanziario per il funzionamento dei mercati finanziari, compresi i mercati dei capitali”. Queste le parole dei responsabili della Banca Centrale.

Le mosse sono arrivate mentre le azioni nazionali cinesi A-shares hanno sottoperformato rispetto agli indici di Stati Uniti e Giappone, nonostante la Cina abbia registrato una crescita economica del 5,2% su base annua lo scorso anno.
Mercoledì scorso, i giornali statali cinesi hanno lanciato un appello per la sicurezza finanziaria e lo sviluppo di alta qualità. Un problema che ha a che fare non con la crescita, ma con i problemi di carattere finanziario e la fuga di capitali dal paese. Questa sfiducia si può notare, ad esempio, nell’indice Shanghai 300

Il calo della fiducia dei mercati ha portato a mettere sempre più in dubbio la capacità di Pechino di raggiungere una solida ripresa economica quest’anno. Inoltre, minaccia l’ambizione del presidente Xi Jinping di trasformare la Cina in una superpotenza finanziaria.
“La finanza è la linea di sangue dell’economia nazionale e una parte importante della competitività del paese”, ha scritto il Quotidiano del Popolo, organo del Partito Comunista al potere, in un articolo in prima pagina.
L’articolo non menzionava alcun pacchetto di salvataggio, ma citava costantemente le istruzioni di Xi per fornire maggiore sostegno finanziario all’economia reale, all’innovazione tecnologica e alla sicurezza finanziaria. “L’economia è il corpo e la finanza è il sangue. I due coesistono e prosperano insieme”, si legge nel commento pubblicato mercoledì.

Appare curioso che il Partito Comunista si preoccupi di difendere la finanza, ma anche questa è una componente essenziale dell’economia nel suo complesso. Lo stesso Xi Jinping ha posto in luce l’importanza dello sviluppo di una finanza equilibrata. Nello stesso tempo difficilmente queste misure saranno sufficienti a rilanciare l’economia cinese.

 


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