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La Cina abbassa il quoziente di riserva obbligatoria delle banche per rilanciare credito ed economia. L’opposto della BCE

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La banca centrale cinese ha annunciato venerdì una riduzione di 25 punti base dell’importo che le banche accantonano per i depositi, promettendo di mantenere un’ampia liquidità nel sistema interbancario e di finanziare meglio l’economia reale.
La decisione della People’s Bank of China (PBOC) di ridurre il coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) arriva pochi giorni dopo l’insediamento del nuovo governo cinese e l’impegno del premier Li Qiang, appena insediato, di raggiungere un obiettivo di crescita economica annuale di circa il 5% quest’anno.
Il taglio, che entrerà in vigore il 27 marzo, dovrebbe iniettare 500 miliardi di yuan (72,6 miliardi di dollari) di liquidità nel mercato, mentre il coefficiente medio di riserva obbligatoria delle istituzioni finanziarie cinesi sarà abbassato al 7,6%.
“La PBOC manterrà una politica monetaria mirata e potente”, ha dichiarato la banca centrale in un comunicato.
“Forniremo un migliore sostegno alle aree chiave e agli anelli deboli, ci asterremo da un grande stimolo… e ci concentreremo sulla promozione di uno sviluppo di alta qualità”.
Il taglio precedente risale a dicembre – una delle due riduzioni, di 25 punti base ciascuna, registrate per tutto lo scorso anno.
Il taglio del RRR è stato utilizzato spesso durante il mandato di Yi Gang come governatore della banca centrale. La PBOC ha effettuato 15 revisioni al ribasso dal 2018, abbassando significativamente il rapporto medio da circa il 15%.
L’autorità monetaria cinese, che l’anno scorso ha avuto un approccio divergente rispetto agli aggressivi rialzi dei tassi della Federal Reserve statunitense e della BCE, è concentrata sul rilancio dell’economia colpita dal coronavirus.

Nonostante ci siano stati dei segnali positivi, i mercati nutrono forti dubbi anche sui consumi interni, mentre le esportazioni stanno vacillando, con un calo del 6,8% nel periodo gennaio-febbraio rispetto all’anno precedente.
“La ripresa economica cinese non è solida”, ha dichiarato Wen Bin, capo economista della China Minsheng Bank di Pechino.
“Questo taglio giocherà un ruolo positivo nel guidare un maggiore sostegno finanziario all’economia reale e nel ridurre i costi di raccolta dei fondi”.
Lu Ting, capo economista per la Cina di Nomura, ha espresso le sue preoccupazioni per i consumi, il mercato immobiliare e le esportazioni durante un forum a Guangzhou giovedì.
“Non sopravvalutate il rimbalzo dei consumi di quest’anno… alcuni di essi non sono sostenibili”, ha affermato. “È molto probabile che le esportazioni cinesi diminuiscano quest’anno”.

Quindi mentre la BCE aumenta i tassi e applica una politica di restrizione monetaria, la Cina decide di privilegiare crescita e occupazione e lascia le redini monetarie. Tra l’altro Pechino comunque sta controllando l’inflazione molto meglio di quanto riesca a fare la BCE, con le mani legate dalla prorpia ideologia. Presto ci accorgeremo del costo enorme delle decisioni imposte dalla signora Lagarde


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