Attualità
La BCE lascia il mercato di stucco rallentando l’acquisto dei titoli. Perchè?
La BCE ne ha fatta un’altra volta una delle sue: la banca centrale, che dopo l’abbandono di Draghi sembra la più incompetente e confusa del mondo , prosegue con la sua abitudine di dire una cosa e fare il contrario, scioccando nuovamente il mercato.
Dopo aver scatenato una marea di parole a favore del QE, al punto che un membro ha proposto di controllare gli interessi attraverso gli acquisti di titoli, la BCE ha reso noto ieri che gli acquisti settimanali sono stati i più bassi degli ultimi due mesi. L BCE proclama il QE eterno, e poi cala gli acquisti, come ben visibile dal seguente grafico:
Ecco quanto riportato dalla BCE ieri, per quanto riguarda le linee di credito del QE:
PEPP BCE: + € 12,037 miliardi (prev. + € 17,223 miliardi).
APP: PSPP + € 1.570 mld (prev. + € 5.245 mld).
CSPP + € 0,085 mld (prev. + € 0,704 mld).
CBPP3 – 0,067 miliardi di euro (+ 0,273 miliardi precedenti).
ABSPP +0,063 miliardi di euro (-0,152 miliardi di euro)
Il numero chiave qui è che la BCE ha effettuato 12 miliardi di euro di acquisti nell’ambito del suo programma di emergenza, rispetto ai 17,2 miliardi di euro della settimana prima. Anche se la BCE si è giustificata affermando che questa settimana ci sono stati dei rimborsi superiori, rendendo
Mettendo il numero nel contesto, nelle ultime due settimane gli acquisti erano stati vicini al segno di € 17 miliardi, mentre la cifra di € 12.037 miliardi di oggi è stata una diminuzione rispetto a questo, è ancora ben all’interno della gamma dei dati delle ultime settimane, secondo Newsquawk.
In realtà gli ultimi dati della BCE non riflettono gli ordini effettuati giovedì e venerdì, poiché le transazioni richiedono un paio di giorni per essere regolate e mostrate nei conti della BCE. Il che potrebbe spiegare il calo inaspettatamente grande degli acquisti. Bisognerebbe aspettare i dati mensili o almeno di dati definitivi della settimana, per poter dare un giudizio definitivo, ma, intanto, gli acquisti sono calati.
Nel frattempo il governatore della Banca Centrale francese, Francois Villeroy de Galhau si è affrettato a rassicurare i mercati che la BCE reagirà qualsiasi aumento ingiustificato dei rendimenti obbligazionari, in primo luogo utilizzando il suo programma di acquisto di attività pandemiche e comunque con ogni strumento per evitare un peggioramento delle condizioni di finanziamento… il tutto però detto dopo che i dati sul calo degli acquisti sono stati resi noti. Un segnale contraddittorio. Addirittura Villeroy si è spinto ad affermare che in futuro ci potrebbero essere degli interessi più alti rispetto al target:
“Non possiamo ignorare completamente le passate carenze di inflazione e che in futuro dovremmo essere pronti ad accettare un’inflazione al di sopra dell’obiettivo per un po ‘di tempo. Se necessario, la nostra guida futura potrebbe essere rafforzata per rendere esplicita questa tolleranza “.
Tutto questo però dovrebbe, almeno in teoria, essere concordato con gli altri membri del board e, magari, bisognerebbe chiedere a Weidmann cosa ne pensano lui e la Bundesbank. Chissà se hai tedeschi va proprio così bene che la BCE superi il proprio obiettivo inflazionistico e prosegua così senza problemi. Però la BCE è anche la banca centrale più pazza del mondo, in cui i membri del board parlano ciascuno per proprio interesse, spesso non perfettamente coordinati. Incomincio a pensare che a Francoforte sentano la mancanza di Mario Draghi…
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