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Italia: anche qui il PMI è negativo, soprattutto nella manifattura

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Con gli indici europei in negativo, l’Italia non poteva essere positiva, ma poteva andare peggio.

L‘HCOB Italy Composite PMI è sceso a 49,7 nel giugno 2023 da 52 nel mese precedente, indicando una rinnovata contrazione nel settore privato del paese, anche se lieve, dopo cinque mesi consecutivi di crescita.

Un forte deterioramento dell’attività manifatturiera (PMI al minimo di oltre tre anni di 43,8 vs 45,9 di maggio) ha più che compensato la modesta crescita dei servizi (PMI al minimo di quattro mesi di 52,2 vs 54). I nuovi ordini hanno seguito un andamento simile, con il settore dei servizi che ha registrato una crescita, mentre le vendite sono diminuite presso i produttori di beni. Inoltre, entrambe le categorie hanno registrato una diminuzione degli ordini inevasi, altro segno di un rallentamento.

In termini di prezzi, il tasso di inflazione è stato il più basso da quasi tre anni, il che ha consentito alle aziende di tagliare i costi per la prima volta da febbraio 2021.

Se passiamo a considerare il PMI manifatturiero invece la situazione si presenta molto meno positiva

Non siamo ai livelli che abbiamo visto ieri per la germania, dove la discesa è stata a 38, quindi a un valore ben più basso del nostro, ma, comunque, non si tratta di valori negativi e, soprattutto , siamo al terzo mese di contrazione successivo.

L’Italia si trova quindi in una situazione simile a quella degli altri paesi europei, con un pessimismo degli operatori economici che diventa forte, e consolidato, se si considera il settore manifatturiero. Purtroppo politiche energetiche confuse, tassi d’interesse elevati e una situazione che non sembra favorevole allo sviluppo economico si stanno facendo sentire sulla crescita. Non passerà molto tempo prima che si facciano sentire anche sull’occupazione.


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