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ITA: ceduta a Lufthansa, ma solo se risanata. Che senso ha?

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Il sito StartMag ci aggiorna circa il futuro di ITA Airways, deciso durante l’ultima visita dell’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, a Roma, dove ha incontrato i rappresentanti del governo italiano, attualmente azionista di controllo della linea aerea. Citiamo quanto scritto dal sito di informazione:

In base all’accordo, Lufthansa acquisirà il 41% di Ita attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro, con l’opzione di acquisire tutte le azioni rimanenti in un secondo momento. Il Mef si è impegnato a effettuare l’aumento di capitale di 250 milioni di euro; ultima tranche degli 1,35 miliardi autorizzati dalla Commissione europea.

La compagnia di bandiera tedesca intende acquisire completamente Ita Airways, ma soltanto quando il vettore italiano tornerà in attivo (utile previsto entro 2025). Spohr ha sottolineato che Lufthansa non può essere costretta a rilevare il 100% del successore di Alitalia, in quanto ciò “dipende dagli sviluppi futuri” di questa società.

Quindi Lufthansa si impegna ad acquistare tutta ITA solo se questa sarà risanata, cioè tornerà in utile. Seguendo il motto di una divertente pubblicità, ai tedeschi “Piace vincere facile”: infatti non si impegnano in nessuna di quelle decisioni dolorose che comportano il ritorno della compagnia aerea nazionale in attivo, da eventuali ulteriori tagli occupazionali agli aumenti dei costi dei biglietti al taglio delle destinazioni. Loro interverranno acquistando solo quando tutto il processo di risanamento sarà concluso.

Vendere una compagnia aerea in utile e risanata è molto più semplice che venderne una in perdita. Per farlo non ci vuole una grande trattativa e basterebbe il barbiere del MEF a concludere l”accordo. Una società in utile avrebbe potuto essere posta sul mercato a condizioni ben diverse e magari offerta a una delle altre coalizioni presenti sul mercato internazionale, da KLM Air France a BA-Iberia, e magari non a condizione di totale sudditanza, anzi di colonizzazione.

Al di là di parole di circostanza Spohr non ha assicurato nulla sullo sviluppo di ITA, almeno pubblicamente, ma si è limitato ad esprimere il proprio desiderio di colonizzare il ricco mercato italiano, reso interessante dai flussi turistici esteri e dal trasporto inter europeo. Lufthansa non è mai riuscita a diventare la principale linea aerea nel nostro paese perché, banalmente, non competitiva sui prezzi. Non si capisce come possa diventarlo assorbendo, tra l’altro con un investimento minimo, ITA. Non si parla di investimenti e comunque questi sarebbero pagati da turisti e passeggeri italiani a favore dell’investitore tedesco. Che vantaggio ne viene all’Italia da questa cessione?

Qualcuno affermerà, come al solito, che “Comunque ITA era un buco nero come Alitalia”. Certamente nel settore dei trasporti aerei sono stati fatti enormi errori in Italia: dalle ultime disastrose gestioni manageriali pubbliche ai “Capitani coraggiosi”, all’alleanza con Ethiad, ma, in questo caso, la società viene ceduta solo se in utile. Quindi il frutto dei sacrifici viene ceduto e senza neppure un minimo di asta internazionale. Perché? Questa decisione sembra solo l’ennesimo capitolo della sudditanza mentale della nostra classe dirigente nei confronti della Germania, un atteggiamento che non ci ha mai, storicamente, portato bene.

Quindi il destino di ITA sembra già segnato e questa diventerà l’ennesimo satellite di Lufthansa, senza autonomia. Una biglietteria per i voli del colosso tedesco, come già avviene per le varie Austrian, Brussels Air e Aegean. Ci consoliamo pensando che non cambierà molto per l’utente italiano: continuerà a volare con Ryanair semplicemente perché più conveniente e con una rete rotte nazionali ed europee migliore, e non avrà neppure più la remora di danneggiare una società italiana.


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