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Il Venezuela arresta ex ministro del petrolio per corruzione

Per una vicenda legata alla sparizione di 3 miliardi di dollari della società petrolifera di stato venezuelana, la PDVSA, arrestato Tareck El Aissami

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Le autorità venezuelane hanno arrestato l’ex ministro del petrolio del Paese, Tareck El Aissami, con l’accusa di corruzione.

Secondo le informazioni rilasciate dal governo venezuelano e citate dall’AP, El Aissami è stato arrestato per aver messo in atto un sistema che ha sottratto allo Stato centinaia di milioni di dollari di entrate petrolifere. Le accuse mosse contro l’ex funzionario includono riciclaggio di denaro, tradimento e associazione criminale.

El Aissami è stato Ministro del Petrolio fino al marzo dello scorso anno, quando ha annunciato le sue dimissioni a causa di uno scandalo di corruzione presso l’azienda energetica statale PDVSA. Lo scandalo riguardava l’apparente scomparsa di circa 3 miliardi di dollari dalle vendite di petrolio.

El Aissami è stato arrestato per i risultati delle indagini seguite allo scandalo . L’AP ha citato il Procuratore Generale del Venezuela, Tarek William Saab, affermando che l’arresto ha richiesto un po’ di tempo a causa delle “varie fasi” dell’indagine che ha portato alla luce un meccanismo di vendita del petrolio attraverso l’agenzia di controllo delle criptovalute del Paese, oltre al canale ufficiale di PDVSA.

In questo momento, il Governo del Venezuela e la compagnia petrolifera statale dovrebbero prepararsi al ritorno delle sanzioni statunitensi. Queste potrebbero tornare già il 18 aprile, quando scadrà la sospensione di sei mesi delle sanzioni.

L’alleggerimento delle sanzioni ha autorizzato la produzione, il sollevamento, la vendita e l’esportazione di petrolio o gas dal Venezuela e la fornitura di beni e servizi correlati, nonché il pagamento di fatture per beni o servizi legati alle operazioni del settore petrolifero o del gas in Venezuela.

La sospensione si basava sull’impegno del governo venezuelano a tenere elezioni libere ed eque, ma Maduro ha bloccato la candidata dell’opposizione Maria Corina Machado a partecipare alle elezioni, cosa che Washington ha segnalato non essere stata concordata dalle due parti. A qusto punto ci sarebbero le basi per un ritorno delle sanzioni, ma anche l’eventuale spinta inflazionistica derivante dal calo di esportazioni venezuelane verrà a pesare sulla decisione.

La sospensione delle sanzioni ha permesso a Chevron di tornare in Venezuela e ha aiutato il Paese a incrementare la produzione di petrolio. Si prospettava anche un nuovo mercato, in quanto l’Europa cercava di diversificare la sua base di fornitori di petrolio.

Tutto questo potrebbe finire prima di cominciare se le sanzioni torneranno il 18 aprile.


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