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Il cenone dei cretini

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Pensierini prenatalizi in ordine sparso per arrivare più buoni al cenone. Cominciamo proprio da qui: giusto un anno fa, andava via come il panettone il cenone dei cretini. Al cenone dei cretini, veniva invitato minimo minimo l’ottanta per cento degli italiani. Diciamo la parte sanificata del Paese che si era vaccinata e che quindi aveva contribuito ad avvicinare la famosa “immunità di gregge”. Che poi si è scoperto essere come l’araba fenice: che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa.

Ma le pecore nere, ovviamente, nel gregge degli immuni non ci potevano stare. “Vengo anch’io” dicevano gli uni; “No, tu no!” belavano gli altri. I sordidi no-vax, al cenone dei cretini, non ci dovevano andare perché – come diceva quel tizio – non potevano offrire “la garanzia di stare tra persone non contagiose che non contagiano”. Così, quelli che non potevano essere contagiati, perché protetti dal super-siero, non invitavano quelli che non erano protetti e che mai avrebbero potuto contagiare gli altri che erano protetti e neppure essere contagiati da chi, in quanto protetto, non avrebbe dovuto poter contagiare. Questo era ciò che si credeva allora, pur sapendo tutto quanto anche oggi si sa. Infatti, in allora si usava chiamarlo “il cenone dei cretini non vaccinati”. Oggi la versione abbreviata pare più consona, ma qualche cretino si starà ancora chiedendo perché.

Veniamo all’Europa che ci dà sempre un sacco di soddisfazioni. Da Bruxelles ci hanno fatto sapere che il Qatargate è un “attacco alla democrazia”. Slogan bello impegnativo se pensiamo da quale pulpito arriva. E cioè dall’unico sistema “democratico” mondiale dove il Parlamento è privo di iniziativa legislativa, l’esecutivo ha il nome di certe cupole di certi film con Al Pacino (la “Commissione”) ed è composto da ventisette saggi non eletti individuati, in base all’articolo 17, par 3 del Trattato UE “tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza”. Una supercazzola che neanche al dittatore dello Stato libero di Banana era mai venuta in mente.

Comunque sia, affermare che i soldi del Qatar o del Marocco avrebbero corrotto la “democrazia” europea è, come dire, un po’ prematuro. Prima di corrompere una democrazia, infatti, bisognerebbe sincerarsi che esista. Oppure che la democrazia non si sia già in precedenza “corrotta” da sé; ma non per colpa dei soldi del Qatar.

Infine, siccome il clima è natalizio, un ultimo buon pensierino è propizio. Se ci pensate, è consolante pensare che non tutto, in Europa, è acquistabile, o corruttibile. Per esempio, l’enorme giro di affari della campagna vaccinale a beneficio di Big Pharma ci è stato offerto a gratis.

La democrazia europea, a quanto ad oggi risulta, non ha avuto bisogno di “incentivi” per: a) firmare contratti costosissimi, segretissimi e strapieni di omissis con cui si acquistavano farmaci di nuovissima (e sconosciutissima) generazione; b) procacciarsene in dosi da cavallo, anzi da elefante, pagandoli con i soldi dei contribuenti, ma all’insaputa di questi ultimi (cfr. punto a); c) somministrarli comunque, ovunque e a chiunque nonostante la dichiarata “provvisorietà” del prodotto e l’arcinota “mutabilità” del morbo. Per poi stare a vedere l’effetto (collaterale) che fa.

Ora, anche solo sapere che tutto ciò è accaduto nella massima trasparenza e senza necessità di “attaccare la democrazia” ci fa andare al cenone più tranquilli. O più cretini?

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 


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