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I trend monetari consiglierebbero la BCE di cambiare politica monetaria, ma non lo farà

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La crescita della moneta in Europa continua a decelerare, suggerendo il fatto che la BCE dovrebbe rivedere la propria politica restrittiva e correggerla prima che i danni per l’economia diventino eccessivi.

Secondo i dati pubblicati in precedenza, la moneta M3 in Europa ha registrato una decelerazione all’1,4% su base annua a maggio, rispetto all’1,9% del mese precedente. La massa monetaria M3 include titoli in scadenza sino a due anni, quindi le carte commerciali e gli altri strumenti di finanziamento della liquidità che appaiono in calo

Più importante per l’attività economica è la diminuzione delle forme di moneta, soprattutto M1. Quest’ultimo è costituito principalmente da depositi a vista, ossia depositi creati quando vengono erogati nuovi prestiti e depositi pronti per essere impiegati nell’economia reale


La crescita reale, al netto dell’inflazione, della massa monetaria M1 è in forte calo. Anche gli indicatori “Morbidi”, come il PMI previsionale della manifattura, mostrano ormai una  contrazione molto decisa.

Le forme di moneta più elevate tendono ad essere anticicliche. Ad esempio, M2 meno M1 è in forte aumento a causa della crescita dei depositi di risparmio. I conti di risparmio offrono un tasso d’interesse più elevato e questo attira i depositi. Ma il denaro bloccato a fini di risparmio non può dare impulso all’attività economica. nel caso dell’Euro però perfino M2 viene ad essere in cao, ad indicare che la liquidità si riduce ad ogni livello, e parliamo di valori nominali. Se valutassimo quelli reali la caduta sarebbe ancora più verticale

Curiosamente, gli economisti in generale non sembrano seguire M1 come indicatore anticipatore. Se lo facessero, non dovremmo vedere la relazione di anticipo tra la crescita reale di M1 e le sorprese economiche nel grafico sottostante.

Come mostra il grafico, nei prossimi mesi dovremmo aspettarci una crescente delusione dei dati economici europei.

La BCE sta continuando ad aumentare i tassi di interesse e diminuire l’offerta monetaria per far contrarre l’inflazione, che però ha cause soprattutto esterne, monetarie. A confrmare questo la Spagna, dove l’inflazione complessiva cala, quella core molto meno, proprio perché quella complessiva ha una forte componente energetica.

Il mercato potrebbe convicersi che le Bance Centrali, FED e BCE, cesseranno la politica restrittiva in anticipo, proprio per gli effetti sulla crescita. Questo può valere per la Fed, che comunque ci si attenda innalzi ancora due volte gli interessii. La BCE non lavora con motivazioni economico-scientifiche, ma politiche-ideologicche, per cui seguirà i diktat tedesco-olandesi sino a completo schiantamento dell’economia. Speriamo solo che la prima a spezzarsi sia proprio l’economia teutonica.

 


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