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I tassi sui titoli USA al massimo dal 2007. Ai minimi le nuove costruzioni. L’inflazione fa paura

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Incendio in una casa

Negli USA la notizia del picco inatteso inflazionistico in Canada ha spinto al apura di un nuovo aumento dei tassi d’interesse che, a sua volta, a spinto in alto i rendimenti dei titoli di stato USA:

Il rendimento del Treasury decennale statunitense è salito ulteriormente al 4,35%, attestandosi sui livelli visti per l’ultima volta nel settembre 2007, mentre le prove di tenuta dell’economia sostengono le scommesse di una Federal Reserve più aggressiva in vista della decisione politica di domani.

Ai dati canadesi si è aggiunta l’impennata dei costi degli affitti ha coinciso con l’aumento insostenibile dei tassi core, che sono tenuti sotto stretta osservazione dai banchieri centrali. I dati precedenti mostrano che negli Stati Uniti i prezzi al consumo e alla produzione sono cresciuti oltre le aspettative, allontanando le precedenti speranze di disinflazione, mentre i dati sulle richieste di disoccupazione delle due settimane precedenti hanno consolidato la rigidità del mercato del lavoro.

Si prevede che domani la Federal Reserve manterrà invariato il tasso di interesse sui fondi di rifinanziamento, ma i mercati presteranno molta attenzione al Riepilogo delle proiezioni economiche del FOMC per valutare un eventuale rialzo dei tassi a novembre.

Ecco l’andamento dei tassi

Ecco l’inflazione canada, che ha spaventato gli americani ed ha portao all’aumento del rendimento dei decennali USA. Il mercato non si aspettava un aumento di questo genere, a questo livello. La causa è legata ai prezzi del petrolio, aumentati per la stretta nella produzione voluta dall’OPEC+

I tassi di interesse crescenti stanno facendo sentire il loro effetto sul mercato immobiliare statunitense e si stanno fermando le nuove costruzioni.

Le nuove costruzioni negli Stati Uniti sono scesi dell’11,3% mese su mese a un tasso annualizzato destagionalizzato di 1,283 milioni nell’agosto 2023, il livello più basso da giugno 2020 e ben al di sotto delle previsioni di 1,44 milioni.

Le condizioni finanziarie più rigide, l’impennata dei tassi ipotecari e i prezzi elevati delle case continuano a pesare sull’accessibilità economica degli acquirenti.

Le nuove costruzioni di case  monofamiliari sono diminuiti del 4,3% a 941 mila unità,  per gli edifici con cinque o più unità è crollato del 26,3% a 334 mila. Il calo maggiore è stato registrato nell’Ovest (-28,9% a 281K), seguito dal Midwest (-7,5% a 160K) e dal Sud (-4,9% a 745K), mentre gli avviamenti sono aumentati dell’1% nel Nord-Est (a 97K). Ecco il relativo grafico

quindi oramai l’attività immobiliare sta completamente uscendo dalla bolla, anzi torna al livello che aveva appena dopo lo scoppio del Covid, quando molti cantieri erano ancora chiusi.

Ormai la bolla post covid è scoppiata, ma fattori esterni, come il prezzo del petrolio, stanno spingendo ancora verso l’alto l’inflazione, e questo fa pensare a dei nuovi aumenti dei tassi. Questo fa incrementare il tasso di interesse sui titoli di stato, ma porta in generale a un aumento degli interessi su tutte le attività economichee quindi a un calo dell’attività stessa.

Se i dati sull’occupazione fossero più aggiornati e non rivisti sempre ex posto, probabilmente non l vedremmo cos’ positivi.

 

 

 


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