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“Gli USA sono i vincitori della transizione energetica”. La Francia incomincia a capire come gira il mondo

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“Gli Stati Uniti saranno i principali vincitori se la divisione franco-tedesca sull’energia nucleare impedirà la finalizzazione della tanto attesa riforma del mercato elettrico europeo, ha avvertito il ministro dell’Energia francese“. Consi inizia un interessante articolo del Financial Times, citando un ministro francese che ha preso coscienza della realtà: la transizione climatica è un bidone che vede industrialmente vincitori gli USA.

Agnès Pannier-Runacher ha affermato in un’intervista al Financial Times che è necessaria una revisione radicale delle norme dell’UE il prima possibile per dare alle imprese visibilità sui prezzi dell’energia, in un momento in cui gli Stati Uniti attirano l’industria con il programma di sussidi per l’energia pulita del presidente Joe Biden ai sensi della legge sulla riduzione dell’inflazione, mentre la UE non riesce a stimolare in alcun modo l’industria per i propri sistemi burocratici e inutili.

Gli investimenti industriali negli Stati Uniti sono stati moltiplicati per tre grazie all’IRA, mentre l’Europa, fra costi alle stelle e misure inadeguate, va verso la deindustrializzazione.

L’appello arriva prima di una conferenza bilaterale che si terrà ad Amburgo, a partire da lunedì, tra il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, accompagnati dai rispettivi ministri. Parigi e Berlino discutono da mesi sulla riforma del mercato elettrico dell’UE, in particolare su come verrà fissata la tariffazione dell’energia nucleare e in che misura potrà essere sovvenzionata.

Le posizioni sono ovvie: Parigi, appoggiata dalla Polonia e da alcuni altri paesi con centrali nucleari, vuole un prezzo che permetta di sovvenzionare l’industria nucleare. Del resto la Francia produce il 70% della propria energia dal nucleare e si è impegnata a realizzare un bel numero di reattori aggiuntivi. La Germania ha chiuso i propri e teme che una tariffazione favorevole al nucleare costituisca un aiuto di stato per il rafforzamento della superiorità francese e alla sua industria.

La discussione sull’energia elettrica tra Francia e Germania sta diventando sempre più accesa, con accuse reciproche e preoccupazioni economiche al centro dell’attenzione.

Agnès Pannier-Runacher ha deciso di mettere in chiaro le cose e ha dichiarato che è un grave errore pensare che l’elettricità sia molto più economica in Francia rispetto ad altri paesi. Ha respinto le accuse secondo cui la Francia avrebbe favorito la delocalizzazione delle imprese tedesche a proprio vantaggio. Le voci circolate sul fatto che l’operatore nucleare francese EDF stia cercando di attirare aziende tedesche in Francia sono state respinte con forza da Pannier-Runacher. Ha dichiarato: “Sto ancora aspettando di conoscere il nome di qualsiasi azienda tedesca che si sia trasferita massicciamente in Francia”. Del resto la Francia ha il ricco mercato delle aziende italiane, perché deve rivolgersi verso quelle tedesche?

Pannier-Runacher ha anche sottolineato che molte imprese francesi e tedesche stanno prendendo in considerazione gli investimenti negli Stati Uniti, affermando che avrebbero preferito farli in Francia o in Germania se avessero avuto maggiore visibilità sul mercato.

Nel frattempo, la Germania è preoccupata per l’impatto dei prezzi elevati dell’energia sulla sua economia orientata alle esportazioni. Sono state discusse proposte per sovvenzionare l’elettricità per le aziende ad alta intensità energetica, ma questa mossa potrebbe sollevare preoccupazioni in termini di concorrenza secondo Bruxelles. E poi perché i consumatori dovrebbero pagare per l’incapacità di Berlino di produrre energia in modo efficiente. Non sono mica italiano, loro.

La situazione è ancora in evoluzione e non è chiaro se Francia e Germania riusciranno a trovare un compromesso in tempo per il prossimo incontro dei ministri dell’Energia dell’UE il 17 ottobre. Tuttavia, entrambi i paesi sono consapevoli dell’importanza di risolvere questa disputa, soprattutto considerando le elezioni del Parlamento europeo in arrivo, che potrebbe modificare le maggioranze politiche nei due paesi.

 

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