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Difesa sottomarina: Fincantieri svilupperà droni e sottomarini, e non solo per l’Italia

Fincantieri sfrutterà la propriaa esperienza nello sviluppo di mezzi sottomarini, anche sotto forma di mezzi senza equipaggio, per la protezione dell’area del Mediterraneo allargatoo, ma anche per i mercati internazionali

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Il gigante italiano della cantieristica navale Fincantieri crede che il futuro sia sott’acqua – e sta lavorando per posizionarsi in modo da trarre vantaggio dai mercati della difesa e commerciali che emergeranno.

“Il sottomarino sarà ciò che lo spazio è stato 40 anni fa”, ha detto l’Amministratore Delegato dell’azienda Pierroberto Folgiero a Breaking Defense durante una recente visita a Washington – il che significa che, sebbene sia relativamente agli inizi, ci sarà un grande impulso per le tecnologie a doppio uso, uno sviluppo che Fincantieri vuole anticipare.

Nel quadro generale, ha detto, l’azienda ritiene che il mercato sottomarino valga fino a 400 miliardi di dollari entro il 2030. Un quarto di questo, ha previsto, proverrà dalla difesa, che ha descritto come il mercato “a breve termine”. A medio termine, il mercato del petrolio, del gas e dell’energia, che secondo le sue previsioni sarà più grande del mercato militare. E in prospettiva, l’azienda vede un mercato in crescita nell’acquacoltura.

“Siamo molto attenti alla crescita delle capacità subacquee, perché crediamo che il nostro Paese [l’Italia] dovrà occuparsi del Mar Mediterraneo”, ha detto. Nelle acque intorno all’Italia, ha osservato, “ci sarà sempre più congestione… per l’immigrazione, per i sottomarini russi, per i cavi, per i fondali marini, per l’estrazione dei fondali marini”.

Molte delle stesse tecnologie che verrebbero utilizzate per l’industria del petrolio e del gas potrebbero avere anche applicazioni per la difesa. Per esempio, Folgiero ha detto che l’azienda è “concentrata” sullo sviluppo di un concetto di “nave madre” specifico per le operazioni subacquee. Questa piattaforma funzionerebbe con veicoli a comando remoto, che sarebbero utili per l’industria del petrolio e del gas – o per lo sminamento di un corpo idrico.

Il fatto che l’azienda italiana abbia una storia di costruzione navale sia nel settore della difesa che in quello commerciale la posiziona bene per muoversi in questa direzione, ma il modo più semplice per guadagnare trazione potrebbe essere quello delle fusioni e delle acquisizioni. Recenti rapporti hanno affermato che Fincantieri sta cercando di acquistare l’unità sottomarina Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass) di Leonardo.

Interrogato su queste notizie, Folgiero ha evitato di entrare nei dettagli, ma ha riconosciuto che l’azienda si sta guardando intorno. L’azienda sta cercando di raggiungere accordi con altre aziende operanti nel settore, concentrandosi sulle aree dove ci sono maggiori opportunità di sviluppo e vendita, cioè Medio Oriente e Sud Est asiatico.

In Medio Oriente, a febbraio l’azienda ha annunciato una nuova partnership con EDGE Group, il campione nazionale degli Emirati Arabi Uniti. In base all’accordo, di cui EDGE detiene il 51%, l’azienda emiratina assumerà la guida delle vendite per i Paesi non appartenenti alla NATO. Al di là del Golfo, per Fincantieri il rapporto con Abu Dhabi rappresenta una “porta” verso l’Africa subsahariana che dovrebbe aprire dei mercati, ha detto Folgiero.

Nel Sud Est asiatico  il 28 marzo l’azienda ha firmato un contratto da 1,18 miliardi di euro (1,27 miliardi di dollari) con l’Indonesia per la fornitura di due Multipurpose Offshore Patrol Vessels.

Sistema di protezione sottomarina Fincantieri Leonardo

Una lunga tradizione nella guerra sottomarina

L’Italia si troverà al centro dell’evoluzione della guerra sottomarina, con e senza equipaggio. Storicamente la Penisola ha una lunga tradizione sommergibilistica, che risale agli albori dell’esplorazione sottomarina, con il prime mezzo, il Delfino, costruito nel 1890 ed entrato in servizio nel 1896.

L’Italia quindi ha sviluppato anche una notevolissima conoscenza nell’uso dei mezzi d’incursione sottomarina, prima con la X MAS e quindi con il Consubin.

Attualmente l’Italia ha otto sommergibili in servizio, tutti a propulsione convenzionale, da attacco. Si tatta di quattro della classe Todaro, S212, costruiti in collaborazione con la Germania, e quattro classe Nazario Sauro, più vecchi, due dei quali saranno dismessi e sostituiti con mezzi più moderni.

L’Italia è circondata da una rete di gasdotti sottomarini dalla Tunisia, dalla Libia e dall’Albania. Quindi è al centro di una fitta rete di cavi sottomarini per telecomunicazioni. L’ambito d’azione della Marina Militare è quello del “Mediterraneo allargato”, sino a comprendere il Mar Rosso, la parte d’Atlantico nei pressi del Nord Africa e dell’Europa, e il Mar Nero. e questo raggio d’azione non globale facilita lo sviluppo di mezzi specializzati.

Tra l’altro Fincantieri si è accordata con SAIPEM per lo sviluppo di droni sottomarini per il controllo di gasdotti ed oleodotti. Uno strumento necessario per la sicurezza energetica.


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