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Crisi e pericoli per i risparmiatori: questione di tempi e di distorsione politica

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La BCE, con l’ultimo aumento dei tassi di interesse, ha deciso di mandare l’Europa in recessione. I media sono concentrati sul debito pubblico, che effettivamente, soprattutto per i paesi mediterranei, presenta un problema, ma in realtà la minaccia che si troveranno ad affrontare i risparmiatori è molto più sottile, nascosta e legata al settore privato.

Ovviamente tutti sono concentrati sul titolo italiani decennale, i cui rendimenti sono al massimo, come potete vedere qui di seguito:

I rendimenti sono otto volte quelli di agosto 2021, quando iniziava la crisi energetica, il covid e le relative misure erano ancora esistenti e regnava l’incertezza, ma la BCE  esercitava la propria politica monetaria moderatrice. Ora si è deciso di andare avanti con gli aumenti di interesse, e ancora peggio lo si è annunciato urbi et orbi, anche quando l’inflazione inizia a calare. Si tratta di un errore clamoroso anche perché gli aumenti avvengono ormai fuori tempo. Le politiche monetarie, anche quando efficaci, hanno dei tempi tecnici di trasmissione non istantanei: affermare ora che si andrà avanti con una politica monetaria restrittiva significa porre le basi per una azione eccessiva che si farà sentire nei prossimi mesi. A quel punto cosa farà la BCE? L’ennesima retromarcia di politica monetaria, seminando caos e confusione?

Si parla sempre dell’indebitamento del settore pubblico, ma così si ignora una minaccia ben maggiore.  Iniziamo notando che il debito pubblico è sicuramente aumentato nell’area Euro durante il Covid, come si può notare dal sottostante grafico sul debito pubblic sul PIL:

Se l’andamento del debito del settore pubblico sembra elevato, vi invitiamo ad analizzare l’andamento del debito privato:

In questo caso la crescita è stata continua negli ultimi 15 anni, con un’accelerazione significativa durante il covid. Ormai le aziende europee, a partire dai grandi gruppi, sono dopate dal debito.  In questa situazione mezzo punto di aumento dei tassi di interesse è una enormità, quando in certi rami industriali, come l’immobiliare, il ROI è di poco superiore all’8%. Ci sono settori in cui il reddito operativo non sarà in grado di sostenere l’aumento degli interessi combinato con l’aumento, già avvenuto, del carico del debito. Cosa succederà a queste aziende? Semplicemente falliranno, portando a fondo anche i propri azionisti. Però abbiamo un’aggravante rispetto al debito pubblico: mentre il primo è sotto i continui fari della pubblica opinione, per le società private sarà molto più semplice nascondere gli stati di insolvenza sino a che non sarà troppo tardi e il fallimento sarà realizzato.

Quindi il vero pericolo per i risparmiatori verrà dal settori privato e giungerà sino alla perdita totale degli investimenti. Abbiamo recentemente visto il caso Wirecard: aspettiamocene numerose, insospettabili, copie.

 

 

 

 

 


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