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CONF. PMI ITALIA, Dal governo Draghi ci aspettavamo di più – Di Silvio Ceci

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“Ci attendevamo un cambio di passo più deciso e mercato”. È questo il commento di Tommaso Cerciello, Presidente Nazionale della Conf. PMI ITALIA  una confederazione datoriale che raggruppa n. 70 associazioni di imprese PMI , in merito all’azione di governo condotta dal premier Mario Draghi.
“Al premier va riconosciuto il suo grande impegno e la sua competenza già nota in campo internazionale – continua Cerciello – e nonostante il non facile momento storico, come Organizzazione sindacale – datoriale, ci si aspettavamo qualcosa di diverso”.
Il riferimento è al mancato ampliamento del dialogo e del confronto con le forze sociali, sindacali, e della rappresentanza d’ impresa, che appare sempre al solito “cerchio magico” che non è più lo specchio reale del mondo del lavoro. “Insieme ad altri colleghi, rappresentanti di associazioni di categorie o di Confederazioni – aggiunge ancora Cerciello – più volte abbiamo evidenziato la necessità di allargare i tavoli di concertazione anche ad altre organizzazioni ampliando il confronto oltre alle solite sigle sindacati dei lavoratori e dei datori, la cui rappresentanza è fortemente in calo.
È necessario, al contrario, ascoltare soprattutto chi è in forte crescita ed ha il vero polso della realtà. Da una personalità così sensibile e preparata come il premier Mario Draghi ci saremmo aspettati un cambio di metodo che siamo sempre fiduciosi possa avvenire”.
Da tempo il Presidente Cerciello si batte per ripristinare condizioni minime per fare impresa, soprattutto in questo momento storico così difficile. Tra le criticità ancora senza soluzione vi è quella degli ostacoli per l’accesso al credito.
Una situazione che sta soffocando le PMI che sono particolarmente penalizzate dalla normativa stringente relativa alla famigerata iscrizione alla Crif, spesso semplicemente per un lieve ritardo.
“ Ho la sensazione – precisa Cerciello – che più che aiutare le imprese a crescere, quasi le si voglia ostacolare. Ad esempio, basta qualche ritardo nel pagamento per essere subito iscritti nella famigerata Crif. Tutto questo è inaccettabile, anche in considerazione del fatto che le nuove previsioni stabiliscono termini e conseguenze più stringenti per gli sforamenti. Ci stiamo battendo per le PMI, sempre più abbandonate al loro destino, sebbene rappresentino la spina dorsale dell’ economia.
È necessario confrontarsi seriamente per rendere l’ attuale normativa non solo più elastica, ma soprattutto più equa”.
Altra criticità che va attenzionata con urgenza è quella relativa al super rincaro dei prezzi a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi a partire dalle materie prime.
“Anche in questo caso ci saremmo aspettati un’ iniziativa diversa – aggiunge ancora Cerciello – da parte del governo. Come organizzazione sindacale datoriale stiamo chiedendo da tempo l’introduzione di un calmiere.
Si tratta di una misura eccezionale, ma necessaria al fine di evitare un vero e proprio collasso che potrebbe annullare i segnali di ripresa della nostra economia anche per effetto del superbonus. Per ora, purtroppo, dobbiamo registrare come nulla o poco è stato fatto in tal senso”.
Ultima “stoccata”, il presidente Cerciello la riserva all’ infelice politica di contrasto alla disoccupazione, basata essenzialmente sul reddito di cittadinanza. “Qui siamo di fronte ad un autentico disastro – conclude Cerciello – . La misura del reddito di cittadinanza va radicalmente rimodulata perché i suoi numerosi effetti distorsivi stanno causando la profonda difficoltà da parte delle aziende, nonostante una richiesta crescente, a trovare manodopera. Raccontare che la disoccupazione si combatte stando comodi sul divano, senza formazione e senza reali politiche attive sul lavoro, significa mentire sapendo di mentire, visto che questa misura così com’è, non potrà essere sostenuta ancora a lungo”.

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