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Come prevedibile, i Leopard 1 Italiani partono da Lenta per l’Ucraina, ma …

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Nell’aprile 2022, un anno fa, abbiamo scritto che, prima o poi, sarebbero andati a bussare in uno dei maggiori depositi di vecchi carri d’Europa, a Lenta (VC), peer prendere i nostri vecchi corazzati e mandarli in Ucraina. All’epoca la Rheinmetall era in discussione per mandare 88 carri Leopard 1 in Ucraina e , curiosamente, questi avrebbero dovuto essere preparati dalla filiale italiana della ditta tedesca che aveva grande esperienza in materia, anche perchè questo tipo di corazzato era stato a lungo la spina dorsale delle nostre forze corazzate.

Adesso veniamo a sapere che quello che prevedevamo sarebbe successo l’anno scorso non solo sta accandendo, ma non porta neppure particolari benefici all’industria e all’occupazione industriale italiana. Come riportato da fonti di stampa l’amministratore delegato della Rheinmetall, la società tedesca operante nel settore degli armamenti, ha confermato che 96 carri armati che saranno ricondizionati in Germania e quindi ceduti all’Ucraina sono di provenienza italiana. 

Quindi in silenzio abbiamo venduto un po’ di carri armati vecchi, ma non vecchissimi, che, tra l’altro, neppure verranno ricondizionati in Italia e che quindi neppure creeranno una minima occupazione. Diciamo vecchi, ma non vecchissimi, perché fra questi carri vi erano quelli standard A5, rivisti negli anni novanta e dotati di nuove protezioni alla torretta e allo scafo, applicati per il suo utilizzo nelle missioni di pace nell’ex Jugoslavia, l’ultima missione del mezzo.

Tra l’altro si apprende che i mezzi neppure sono stati acquistati direttamente dalla Rheinmetall, ma sarebbero passati tramite un intermediario, la svizzera RUAG, nel 2016 che poi li ha girati alla Rheinmetall. Ci sarebbe da chiedersi, in questo caso, se , e come mai, i mezzi fossero ancora conservati nell’ex base della Cavalleggeri di Lodi a Lenta.

Come vi abbiamo detto all’epoca Lenta ha la fama del più grande deposito di mezzi corazzati al mondo, dato che conteneva praticamente tutti i mezzi che l’Italia ha utilizzato quando l’esercito era di leva e quindi di grandi dimensioni. Ci sono centinaia di mezzi M 113, di Centauro 1, decine di mezzi SIDAM 25 antiaerei, M 109 da 155 mm (mezzi degli anni 60-70 americani) oltre al altri mezzi blindati di varie versioni e specializzazioni.

Il SIDAM , un M113 con una torretta con 4 cannoni da 25 mm, troppo leggeri per gli elicotteri d’attacco, utilizzabili però per i droni.

Sarebbe curioso, se non preoccupante, che , a questo punto, qualche mercante d’arme pensasse di dotare l’esercito ucraino a spese del contribuente italiano e riempiendo il proprio portafoglio, senza che praticamente nessuno ne sappia qualcosa, senza nessun coinvolgimento della nostra industria. Una decisione di questo genere dovrebbe essere puramente politica, con tanto di presa di resposnabilità, e non presa peer compiacere questa o quella industria d’armi straniera.

Eccovi un video per comprendere bene cosa sia il deposito di Lenta, dove un carro armato era in vendita per 30 mila euro, salvo poi essere rivenduto all’Ucraina per un milione…


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  1. Pingback: "Carri armati italiani a Kiev? A guadagnarci è... la Germania"

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