Che succede in Brasile ?

Mentre il presidente Dilma Rousseff si prepara ad un viaggio negli USA si intensifica il dibattito sull’impeachment per corruzione del presidente si infiamma, con un contrasto fra il presidente della camera bassa, Eduardo Cunha, che intende accettare un processo basato sul comportamento del presidente nel suo primo mandato, ed il presidente del Partito dei Lavoratori, sempre della Rousseff, che invece lo ritiene incostituzionale, in quanto una simile accusa, basata però su fatti precedenti, è già stata respinta.

Comunque la stragrande maggioranza dei brasiliani sarebbe favorevole all’impeachment.

Nei prossimi giorni si vedrà se la maggioranza della camera bassa riuscirà ad imporre un termine entro il quale il presidente Cunha dovrà decidere per il dibattito.

Intanto che si discute di impeachment, la moneta e l’economia prendono strade non positive. in Brasile si mescola un mix di rallentamento economico dovuto ai minori export di materie prime unito ad investimenti sbagliati ed ad un regime che unisce corruzione diffusa ed una politica che non ne esalta sicuramente la competitività economica (57 posizione mondiale). Il PIL del Brasile rallenta, ed in modo sensibile:

La borsa di San Paolo non può che risentirne…
 

La situazione confusa è mostrata anche meglio però dall’andamento della valuta, il Real…  Una bella scala in discesa.

Solo alla fine vedete un picco positivo, in corrispondenza con l’affermazione del governatore della banca centrale , Alexander Tombini, per cui la banca centrale utilizzerà le proprie riserve in valuta per difendere la valuta. Del resto la banca centrale ha già cercato di sostenere la moneta manovrando il tasso di interesse.

Come finirà questa vicenda ? Solitamente , se non vi è un cambiamento nei fattori esterni (crisi paesi importatori) o interni (confusione politica e corruzione), in questi casi la Banca centrale brucia le proprie riserve  valutarie senza riuscire ad ottenere risultati di lungo periodo. In Europa siamo molto esperti in queste operazioni fallimentari, come i nostri anni ’90 dimostrano bene, e vedremo se lo stesso copione sarà ripetuto in Sud America…