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Attualità

Anche la BCE mette il freno al QE. Cresce lo spread e si torna al “Business as Usual”….

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La BCE segnala il ritorno al Business as Susal, cioè a una posizione mediana fra quello che ci vorrebbe per i paesi  del Sud e quello che funzionerebbe per la Germania e che poi, in pratica, non va bene per nessuno. Però non esiste Piano B…

Comunque passiamo alle notizie.

Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo prevede di effettuare acquisti netti di attività nell’ambito del programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente. Cesserà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP alla fine di marzo 2022. La pandemia deve chiudersi, lo dice la BCE. Burioni seguirà…

Il Consiglio direttivo ha deciso di estendere l’orizzonte di reinvestimento per il PEPP. Ora intende reinvestire i pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del PEPP almeno fino alla fine del 2024. In ogni caso, il futuro roll-off del portafoglio PEPP sarà gestito per evitare interferenze con l’orientamento di politica monetaria appropriato. Tradotto in lingua volgare: dopo il 2024 potrebbe anche incassare i soldi degli interessi e non reinvestirli se riterrà eccessiva la spinta inflazionistica. Oppure potrà essere adattato per acquistare anche altri classi di attività. Insomma dal 2024 resta una sorta di borsellino nella mano della BCE per la propria politica monetaria e potrà anche essere utilizzato diversamente. Il direttivo si tiene le mani libere, con soldi che pagherà soprattutto l’Italia.

Programma di acquisto di titolo (APP Asset Purchase Program)

In linea con una graduale riduzione degli acquisti di attività e per garantire che l’orientamento di politica monetaria rimanga coerente con l’inflazione che si stabilizza al suo obiettivo nel medio termine, il Consiglio direttivo ha deciso un ritmo di acquisto netto mensile di € 40 miliardi nel secondo trimestre e 30 miliardi di euro nel terzo trimestre nell’ambito del programma di acquisto di attività (APP). L’idea sarebbe quella di non mandare dall’oggi al domani gli spread alle A partire da ottobre 2022, il Consiglio direttivo manterrà gli acquisti netti di attività nell’ambito dell’APP a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro per tutto il tempo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei suoi tassi ufficiali. Questo programma non è eterno e terminerà prima del prossimo aumento di tassi della BCE, se mai ci sarà..

Il Consiglio direttivo intende inoltre continuare a reinvestire integralmente il capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito dell’APP per un lungo periodo di tempo oltre la data d’inizio dell’aumento dei tassi di riferimento della BCE e, in ogni caso, fino a quando necessarie per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.

Principali tassi di interesse della BCE

Il tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e i tassi d’interesse sulla linea di rifinanziamento marginale e sulla linea di deposito rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50%. Qui non cambia nulla.

A sostegno del suo obiettivo di inflazione simmetrica del 2% e in linea con la sua strategia di politica monetaria, il Consiglio direttivo prevede che i principali tassi di interesse della BCE rimangano ai livelli attuali o inferiori fino a quando non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine della sua proiezione orizzonte temporale e durevolmente per il resto dell’orizzonte di proiezione, e giudica che i progressi realizzati nell’inflazione sottostante siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con una stabilizzazione dell’inflazione al 2% nel medio termine. Ciò può anche implicare un periodo transitorio in cui l’inflazione è moderatamente al di sopra dell’obiettivo.

Operazioni di rifinanziamento

Il Consiglio direttivo continuerà a monitorare le condizioni di finanziamento delle banche e ad assicurare che la scadenza delle operazioni TLTRO III non ostacoli la trasmissione regolare della sua politica monetaria. Il Consiglio direttivo valuterà inoltre regolarmente come le operazioni di prestito mirate stiano contribuendo alla sua posizione di politica monetaria. Come annunciato, prevede che le condizioni speciali applicabili nell’ambito della TLTRO III termineranno nel giugno del prossimo anno. Il Consiglio direttivo valuterà inoltre l’adeguata calibrazione del suo sistema a due livelli (two tiers) per la remunerazione delle riserve in modo che la politica dei tassi di interesse negativi non limiti la capacità d’intermediazione delle banche in un contesto di ampia liquidità in eccesso. Insomma si riserva di valutare quando rivedere il sistema di punizione, non di remunerazione delle riserve bancarie.

Si torna al “Business as usual” al solito giro di affari, e infatti lo spread BTP-Bund è iniziato a decollare, per poi riaggiustarsi leggermente:

Se vediamo in una prospettiva trimestrale notiamo che lo spread era in crescita da tempo:

Quindi bambini sono finite le vacanze covid-19 e si torna alle solite contraddizioni. L’Eurozona è divisa in una parte a bassa inflazione, Italia in testa, che necessiterebbe di stimolo fiscale e monetario e non può averlo, e una a inflazione più alta che quindi verrebbe ad aver bisogno di una stretta monetaria. Perché poi è facile ridurre il debito pubblico e privato con l’inflazione al 5%, come ha la Germania. Invece siamo sempre al punto di partenza, a Scholz ha messo in chiaro che non ci saranno correttivi rilevanti al “Patto di stabilità”, cioè alle regole che ingabbiano l’Unione. L’unico freno alla soluzione finale sta nella insensatezza di una parte della popolazione. Però adesso inizieranno a toccarle maggiormente le tasche.

 

 


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